V° Consiglio plenario
LA NOSTRA PRESENZA PROFETICA NEL MONDO
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II°. IL DONO E L'IMPEGNO DELLA FRATERNITÀ
FRATERNITÀ UNIVERSALE
15 Nella ricerca su base mondiale di una più intensa comunità e nello sforzo particolare da parte nostra di testimoniare la fraternità, scopriamo sempre tre elementi in relazione tra loro: la fondamentale dignità di tutte le persone realizzata nella libertà, la loro fondamentale uguaglianza e la necessaria solidarietà tra di loro.
In tutte queste dimensioni riconosciamo un dono di Dio che ci impegna a creare una sola famiglia. La nostra fraternità è chiamata a testimoniare questa tendenza universale e a facilitare la sua espressione. Questo dono e questo impegno per noi sono stati fortemente evidenziati quando i capitolari del 1968 hanno dato al tema "Fraternità" particolare importanza come valore fondamentale nel Cap. VI delle nostre Costituzioni39.
A. Dignità, uguaglianza, solidarietà nel contesto odierno
DIGNITÀ UMANA INVIOLABILE
16 Le relazioni umane e sociali sono basate sull'inviolabile dignità di ogni persona, realizzata nella libertà. Tutte le istituzioni e l'ordine sociale stesso devono basarsi su questo principio. Di conseguenza le persone devono essere poste al di sopra delle strutture.
Nonostante ciò noi ci troviamo davanti a divisioni, manipolazioni e sfruttamento; tutte cose che avvengono sotto la bandiera della libertà. In tali processi spesso sono violati i diritti civili, politici e religiosi.
Elementi di queste tendenze possono trovarsi anche nella Chiesa e nell'Ordine. E tuttavia esiste un chiaro sforzo di creare strutture che siano fondate sul primato della persona e che l'assicurino. Data l'individualità di ciascuna persona e la singolarità di ogni fraternità, la pluriformità viene riconosciuta e difesa come valore in se stesso da parte dell'Ordine40.
UGUAGLIANZA
17 Data l'inviolabile dignità dell'uomo e della donna come immagini di Dio (Gn 1,26-28), tutte le persone sono uguali e devono essere trattate egualmente. Un segno dello sforzo per realizzare questo diritto universale è messo in luce dai movimenti che operano per l'eguaglianza politica e religiosa fra le razze e fra gli uomini e le donne.
Anche nella Chiesa notiamo lo sforzo di inserire gli emarginati e il laicato nella sua vita e attività. Questo fenomeno universale ha influito anche sul nostro Ordine. In esso si è riconosciuto in modo chiaro l'uguaglianza di tutti i frati, basata sulla comune vocazione (Cost. 84,3,5; 115,6).
Nonostante questi movimenti per l'eguaglianza, incontriamo discriminazioni quasi dapertutto; sessismo, razzismo, classismo, esclusione delle persone anziane ("ageism") minano la comunità; tribalismo e caste ancora dividono le società. Nell'ambito delle nazioni, come nelle relazioni internazionali, i ricchi e i potenti avanzano a spese dei poveri e degli oppressi. In tale processo i diritti economici, sociali e culturali sono spesso violati. Siccome la Chiesa e l'Ordine sono parte di questo mondo, devono continuamente vigilare sulle tendenze verso queste forme di discriminazione41.
SOLIDARIETÀ GLOBALE
18 L'esistenza di istituzioni e movimenti su base regionale, continentale e internazionale testimoniano uno sviluppo storico che va verso una solidarietà globale. Il rapido sviluppo della tecnologia e delle comunicazioni, i progressi nel campo dell'elettronica e dei computers, le iniziative che riguardano i trasporti e le ricerche spaziali favoriscono la possibilità di fare del mondo un unico grande villaggio. La gente del commercio e della politica, gli scambi culturali e gli incontri sportivi offrono ancora altre possibilità di promuovere legami di solidarietà. Questo fenomeno della solidarietà è anche presente nei popoli in via di sviluppo.
Nonostante ciò, l'egoismo personale e comunitario minaccia in continuazione di rendere vani gli sforzi per fare comunità. Frequentemente s'incontrano l'etnocentrismo, il nazionalismo e il fanatismo religioso. La violenza, il terrorismo e la corsa agli armamenti crescono in modo accelerato. La ricchezza del nord aumenta mentre aumentano i debili del sud.
Molta parte dello sfaldarsi della solidarietà si deve attribuire ad un falso concetto di autorealizzazione e all'individualismo.
Come l'individualismo sta rompendo l'unità della famiglia, così nel nostro Ordine e nelle nostre fraternità esso minaccia di scalzare il nostro valore fondamentale della fraternità. Nonostante l'affermazione che la vita evangelica, vissuta in fraternità, sia il nostro principale apostolato, in realtà sono le attività apostoliche individuali che condizionano la vita fraterna. A causa di tali forme di individualismo i nostri legami di fraternità sono forse più deboli di quanto non lo siano stati nel passato.
Anche se ci sarà sempre tensione tra le finalità di una comunità e lo sviluppo della personalità e dei carismi di ogni persona, la presente situazione del mondo, la Chiesa e l'Ordine richiedono un'immediata risposta all'individualismo42.
B. Dall'individualismo alla testimonianza profetica della fraternità
CAUSE DELL'INDIVIDUALISMO
19 Le cause dell'individualismo non possono essere isolate al punto che sia possibile indicare questa o quella causa, questa o quella persona. Il nostro individualismo riflette quello della società, sia al l'Est che all'Ovest, sia al Nord che al Sud. Nonostante gli slogans sulla libertà e l'uguaglianza e l'impegno per la solidarietà, esistono forze che sviluppano sottili forme di collettivizzazione attraverso la strumentalizzazione politica (controllo del partito sui mezzi di comunicazione) e la strumentalizzazione economica (predominio dei potenti dell'economia per mezzo della propaganda commerciale); tutto ciò ha come risultato un'accresciuta esaltazione dell'individualismo. Inoltre, la burocratizzazione viene applicata in modo tale da aumentare per parte sua l'individualismo.
Tutto questo ha avuto i suoi effetti anche sulle nostre fraternità. Mentre nelle diverse province esistono esempi che danno speranza, molto spesso possiamo costatare nell'Ordine una specie di minimalismo per ciò che riguarda la preghiera comunitaria e il tempo passato intorno alla mensa comune. Quando poi i frati effettivamente vanno alla ricreazione comune, essa è dominata dalla televisione. La conseguenza e l'erosione dei legami di fraternità fra di noi, la tendenza a dare priorità a comunità al di fuori della fraternità e, di nuovo, un crescente individualismo43.
SUPERAMENTO DELL'INDIVIDUALISMO
20 Come si può capire dal Cap. VI delle Costituzioni e dai Consigli Plenari I di Quito e IV di Roma, l'Ordine ha fatto grandi passi per assicurare la dignità di ogni persona. Riscoprendo il carisma di S. Francesco, ha riaffermato la sua visione di una fraternità di eguali, basata sulla stessa vocazione (Cost. 83,3). Non potremo dare al mondo una vera testimonianza di fraternità e di solidarietà se non affrontiamo il nostro individualismo.
VITA FRATERNA COME CRITERIO FONDAMENTALE
21 Il criterio fondamentale della fraternità non è solo al centro dei nostri documenti, e al centro della nostra fede, come ci insegna Gesù nella sua preghiera al Padre: "Prego anche per coloro che crederanno in me per mezzo della loro parola, che tutti siano nell'unità come tu, Padre, sei in me e io in te; prego che essi siano in noi nell'unità così che il mondo creda che tu mi hai mandato" (Gv 17, 19-21).
Inoltre l'insegnamento della Chiesa continuamente c'invita a costruire la «civiltà dell'amore». Il Documento conciliare sulla "Chiesa nel mondo contemporaneo" afferma: "Dio... ha voluto che gli uomini formassero una sola famiglia e si trattassero tra loro con animo di fratelli" (n. 24). "Primogenito tra molti fratelli e attraverso il dono dello Spirito" - continua il Concilio - Gesù istituì "una nuova comunità fraterna composta da tutti coloro che lo ricevono con fede e amore... Questa solidarietà dovrà essere accresciuta fino a questo giorno in cui sarà portata alla sua perfezione" (n. 32).
Ci ricordano le nostre Costituzioni che "Per divina ispirazione Francesco fondo una forma di vita evangelica che chiamo fraternità" (n.83,5), basata su fratelli che vivono insieme nella carità. Fedeli alla nostra vocazione dobbiamo costruire una vera comunione fraterna e cooperare così alla promozione di una famiglia autenticamente umana nella Chiesa e nel mondo.
Per questo noi crediamo che la testimonianza profetica della fraternità vissuta e al centro della nostra evangelizzazione. Soprattutto è un servizio di "Pace e Bene", nel segno della fiducia e della speranza.
La realtà del mondo, la Chiesa e l'Ordine ci ricordano il piano di Dio; esso ci sprona ad essere profeticamente coerenti con il dono e l'impegno della fraternità che ci qualifica come francescani44.
ESEMPIO DI S. FRANCESCO
22 In questo senso la forza profetica della nostra presenza e attività in mezzo al mondo e al Popolo di Dio deve prendere la sua ispirazione dall'esempio di Francesco che "amando Dio e tutte le persone e anche tutte le creature e fratello e amico universale" (Cost. 169,2)45.
C. Orientamenti operativi
PROMOZIONE DELLA VITA FRATERNA
23 Consapevoli che dobbiamo passare dalla teoria ad azioni concrete, ribadiamo che tutta la nostra formazione deve comportare un processo di coscientizzazione e di conversione continua, sia personale che comunitaria, per promuovere una maggiore fraternità tra noi e con tutti. In concreto sottolineiamo i seguenti momenti chiave della vita fraterna quotidiana:
a) la preghiera della fraternità (Eucaristia, liturgia delle ore e altre forme) vivendola in maniera creati va, spontanea, veramente partecipata e realistica46;
b) la vita di fraternità, attuandola come una vera comunione di vita, la quale deve esprimersi nella confidenza e nel perdono, nella comprensione, nella stima e nell'amore vicendevole, nella disponibilità mutua e nella condivisione di tutto ciò che siamo ed abbiamo, con una cura particolare nei con fronti dei frati ammalati o in difficoltà; 47
c) il lavoro in tutte le sue forme; esso deve essere sempre espressione di tutta la fraternità (Cost. 76,2; 145,6); soprattutto si deve esprimere nell'aiuto vicendevole, secondo i doni dati a ciascuno, anche nei servizi che si devono prestare quotidianamente nelle nostre case (Cost. 84,6)48.
Per animare la nostra vita fraterna ribadiamo come strumento fondamentale il dialogo in tutte le sue modalità, specialmente negli incontri della fraternità (capitoli locali); questi dovrebbero essere frequenti e ben pianificati, includendo l'uso della dinamica di gruppo. Come fanno diversi gruppi e movimenti ecclesiali, sforziamoci anche noi di mettere la vita quotidiana a confronto con la Scrittura49.
IL MODELLO EVANGELICO
24 Affinché, illuminati dal Vangelo, possiamo superare le divisioni, l'alienazione e l'individualismo nelle nostre fraternità, suggeriamo di adottare il metodo che Matteo ha proposto, in situazioni simili, alla sua Chiesa (Mt 18,1-20). Questo comporta: che ci sforziamo di vincere le divisioni esistenti (18, 1-9), che ci stimiamo vicendevolmente sulla base della dignità di ciascuno (18, 10-14), e pratichiamo la correzione fraterna che ci invita alla conversione (18, 15-18). Con questi legami di solidarietà, pro mossi mediante la stima e la correzione, saremo più uniti e la nostra preghiera sarà così più efficace (18, 19-20)50.
REVISIONE DI VITA
25 Siamo fiduciosi che, dietro la spinta di questo CPO, saremo capaci di rivitalizzare la preghiera delle nostre fraternità e le forme del nostro apostolato e così superare il nostro individualismo. Per facilitare questo proponiamo i seguenti punti per una revisione della nostra vita:
a) esaminiamo come l'individualismo si manifesta nelle nostre fraternità, riconoscendo i suoi effetti minanti e ammettendo pure che, con la grazia di Dio, esso può essere superato;
b) impegnamoci in cause comuni che sviluppino maggiormente la solidarietà tra di noi, specialmente nel modo di rispondere al grido dei poveri (ET 18)51.
Raccomandiamo particolarmente:
- che si abbiano delle fraternità di presenza tra i poveri come previsto dal CPO di Quito; 52
- che coloro che sono già impegnati con i poveri riflettano sul modo di approfondire la loro solidarietà con essi; mentre coloro che svolgono altri apostolati abbiano delle esperienze frequenti di inserimento tra i poveri;
- che coloro che non sono così impegnati a causa di malattia o per altre ragioni, adoperino i loro talenti, preghiere e sofferenze in favore dei poveri e per la promozione della giustizia e che la nostra preghiera esprima tale sensibilità;
- che rigettiamo qualsiasi forma di "compromesso con ogni specie di ingiustizia sociale" nel nostro stile di vita, comune e personale, nei beni che usiamo e nel rapporto con i laici che lavorano con noi, "svegliando le coscienze al dramma della miseria e alle richieste in favore della giustizia sociale fatte dal vangelo e dalla Chiesa" (ET 18)53.
STRUTTURE ADATTE
26 Richiamiamo l'attenzione specialmente sul tema delle strutture, che devono essere adatte a pro muovere la vita fraterna. Anzitutto teniamo conto della condizione dei singoli frati nel costituire le fraternità e nella distribuzione degli impegni (Cost. 88,2; 146,4); sviluppiamo la vita mediante le forme di governo e di organizzazione che favoriscano l'obbedienza caritativa mutua, attiva e responsabile, la sussidiarietà e corresponsabilità, la maturazione dei singoli e delle fraternità (Cost. 23,3ss; 30,3; 37,3ss; 50,4; 142,2ss; 157,3ss; 159,1ss; 162; 164; 2ss). E finalmente stiamo attenti che le. nostre case favoriscano la vita fraterna (Cost. 68,3)54.
SOLIDARIETÀ VISSUTA
27 Potenziamo la corresponsabilità e solidarietà fraterna, affinché vengano superati gli atteggiamenti di isolamento e di provincialismo. In funzione di questo, promuoviamo i diversi organismi di animazione e collaborazione nel campo della formazione, dell'apostolato, della cultura e delle pubblicazioni, ecc. a livello di Ordine, di continenti, di nazione e di regioni. Un'attenzione speciale dobbiamo prestare nell'animare le Conferenze e nel coltivare il sentimento della fraternità mediante la condivisione dei beni, nel promuovere l'amore fraterno tra le province e tra le fraternità della stessa provincia. Egualmente, tenendo conto del nostro spirito di povertà e di itineranza, si deve evitare che una lunga permanenza nel medesimo luogo condizioni la vita fraterna55.
FRATELLI DI TUTTI
28 Per realizzare in pienezza la nostra vocazione di fratelli, con tutte le persone e con tutte le creature, suggeriamo:
a) aprire le nostra fraternità a coloro che desiderano condividere opportunamente la nostra vita di pre ghiera, di convivenza, di riflessione e di lavoro (Cost. 68,2; 50,3; 57, 1ss); 56
b) promuovere lo spirito di accoglienza e di solidarietà con tutti, specialmente con i bisognosi, offrendo ospitalità e mettendo a disposizione i nostri edifici e i nostri beni;
c) privilegiare sempre il nostro messaggio di fraternità e di spirito comunitario in tutti i nostri incontri e servizi agli uomini, favorendo soprattutto la stima, la comprensione e il dialogo fraterno con tutti (Cost. 97ss);
d) condurre la nostra vita fraterna preferenzialmente accanto ai bisognosi, agli emarginati ed oppressi, unendo i nostri sforzi ai movimenti di volontariato e a tutte le iniziative di associazione, di unità e solidarietà fra i popoli (Cost. 12,3; 99,3); 57
e) essere sensibili alle esigenze delle Chiese particolari dove lavoriamo, sviluppando un clima di generosa solidarietà e disponibilità delle nostre persone e delle nostre case; 58
f) favorire gli sforzi di integrazione fraterna con tutta la famiglia francescana e particolarmente con l'OFS, per vivere ed offrire un messaggio di fraternità tra di noi e con il mondo (Cost. 11,3; 95; 152,2)59;
g) coltivare il senso della fraternità universale con tutta la creazione, promuovendo il rispetto della natura e il senso religioso del creato (Cost. 11,1ss; 46,7; 97,1)60.
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