V° Consiglio plenario
LA NOSTRA PRESENZA PROFETICA NEL MONDO
< Precedente |
Indice|
Successivo >
I°. LA CONTEMPLAZIONE NELLA NOSTRA VITA ED ATTIVITÀ' APOSTOLICA
Indice del documento
I°. LA CONTEMPLAZIONE NELLA NOSTRA VITA ED ATTIVITÀ' APOSTOLICA
IMPORTANZA DELLA CONTEMPLAZIONE
1 La nostra presenza nel mondo e nella Chiesa esige quale elemento fondamentale la contemplazione. Questa è come un itinerario di interiorizzazione progressiva, un ritorno al "luogo del cuore" che è "il luogo di Dio", un'intuizione dell'Assoluto che illumina tutta la realtà6.
La contemplazione è una esperienza essenzialmente personale che promana dall'intimo dell'essere umano, il quale si confronta con il mistero di Dio. Per questo ogni linguaggio diventa inadeguato per esprimere la sua ineffabile ricchezza7.
Messi dinanzi alla nostra vocazione profetica e apostolica, noi sentiamo l'esigente richiamo a questa dimensione contemplativa propria del nostro carisma francescano: vivendo in intimità con Dio e contemplando nell'uomo l'immagine del Figlio, diventiamo apostoli di Cristo8.
CONTRIBUTO DEL V CPO
2 Il nostro Ordine ha celebrato nel 1973 a Taizè un CPO sulla preghiera ed ha elaborato un ricco capitolo sullo stesso argomento nelle Costituzioni. Il V CPO intende anzitutto sottolineare alcuni aspetti essenziali della contemplazione per la nostra vita ed attività9.
A. I nuovi contesti della contemplazione
CONTRIBUTO E PERICOLI DEI NUOVI CONTESTI
3 Constatiamo nel mondo di oggi che lo sviluppo in tutti i suoi ambiti, ha recato molti benefici all'umanità: l'elevazione della cultura, rapporti interpersonali più profondi, potenziamento delle nostre capacità, comunicazioni più facili, un livello migliore di vita, ecc. Questa evoluzione ha contribuito a sviluppare il livello affettivo, la capacità intuitiva, un senso critico più maturo e una apertura più consapevole verso la verità. I mezzi di comunicazione hanno allargato gli orizzonti delle nostre conoscenze contribuendo ad una visione più globale della vita.
Tuttavia, vediamo in tale sviluppo anche dei pericoli, come: rapporti interpersonali più superficiali, la mancanza di spazi di silenzio, l'incomunicabilità, la chiusura nell'immanenza, il perdersi nelle cose materiali e nel consumismo, e - a livello più strutturale - la manipolazione dei mezzi di comunicazione da parte delle forze politiche ed economiche che propongono pseudo-valori10.
Però scopriamo in pari tempo che cresce nell'uomo il bisogno del mistero e della trascendenza. Il senso diffuso dell'angoscia e dello smarrimento genera una ricerca di abbandono totale nel mistero di Dio. Ne consegue una esperienza che è frutto soprattutto dell'intuizione e spinge ad un'unione affetti va con Dio, vissuta nei rapporti interpersonali comunitari.
Molti cercano altre forme dell'incontro con Dio: elementi spirituali e forme di preghiera dell'Oriente penetrano nell'Occidente11.
FENOMENI POSITIVI E NEGATIVI
4 Anche nella Chiesa e nell'Ordine riscontriamo fenomeni negativi e positivi, che riguardano la contemplazione.
La dissipazione interiore, che cerca una compensazione nell'attivismo, compromette seriamente da una parte l'esperienza di Dio nella preghiera e nell'ascolto della Parola e dall'altra il dialogo spirituale con i confratelli. Ne consegue l'incapacità "di essere degli oranti" e tanto meno degli esperti che iniziano ed accompagnano gli altri alla preghiera.
Talvolta i metodi tradizionali non sono più sentiti come adatti alle esigenze dell'uomo di oggi. Assi stiamo con gioia al sorgere di molte forme nuove, che cercano di rispondere all'esigenza dell'uomo verso la Trascendenza: oasi e centri di spiritualità, nuovo eremitismo, apertura della vita contemplati va ai laici.
Molti frati stanno riscoprendo l'esperienza della contemplazione come esigenza vitale, come un ambito spirituale che nutre l'attività e la vita fraterna. Centri di spiritualità francescana cercano di armonizzare l'aspetto contemplativo con quello attivo.
Ciò potrebbe preludere ad una nuova primavera contemplativa nell'Ordine12.
B. Caratteristiche della nostra contemplazione
ESIGENZA INNATA
5 La contemplazione è un'esigenza innata nell'uomo, la quale si manifesta nelle varie e ricche tradizioni delle grandi religioni. Le sue caratteristiche sono:
- Un modo di vivere intuendo e sperimentando il mistero di Dio e percependo l'unità del Creatore con il creato;
- una visione e valutazione globale delle realtà che promanano dall'esperienza della presenza di Dio in cui siamo, viviamo e ci moviamo (Atti 17,28);
- un cammino personale e comunitario che è regolato dalle leggi della dinamica umana e religiosa;
- un itinerario che conosce momenti sublimi, ma anche stadi critici come l'aridità spirituale, la ricerca di compensazioni, la fuga dalla realtà, la ricerca dello straordinario, ecc.;
- un processo che ha bisogno di una disciplina, di un metodo e di un sicuro accompagnamento;
- la contemplazione e un elemento essenziale di ogni esperienza religiosa13.
CONTEMPLAZIONE CRISTIANA
6 Nella contemplazione cristiana sono stati messi in evidenza i seguenti aspetti essenziali:
- è un dono dello Spirito che prega in noi con gemiti inesprimibili (Rm 8,26) nell'attesa della rivelazione dei figli di Dio (Rm 8,19) che ci fa ripetere "Abba-Padre" (Rm 8,15; Gal 4,6)14. Lo stesso Spi rito ci illumina per riconoscere in ogni uomo che incontriamo il «fratello» - «la sorella»;
- è stata descritta come dialogo con la SS15. Trinità che inabita in noi; come adorazione del Padre in spirito e verità (Gv 4,23);
- è un modo di entrare nell'alleanza personale e comunitaria offerta da Dio agli uomini, per il compimento del suo progetto di amore che si realizza nell'Incarnazione del Figlio, il quale è venuto perché tutti abbiano la vita nella sua pienezza (cfr16. Gv 10,10) Così la contemplazione ci rende capaci anche di lottare per la giustizia e di accettare persecuzioni;
- la contemplazione come vita dell'alleanza con Dio si esprime e si nutre attraverso l'ascolto della Parola, la celebrazione dell'Eucaristia e l'amore verso i fratelli; 18
- è un dono di discernimento profetico, per cui il contemplativo è capace di vedere la mano di Dio nella storia e di percepirne dall'interno l'evoluzione alla luce della Parola rivelata, e pertanto diventa capace di essere protagonista della stessa storia secondo i disegni di Dio; 19
- è una esperienza graduale della verità che ci libera dalle illusioni, soprattutto dalle false "verità", come quelle pronunciate dalle forze politiche ed economiche, che cercano di trasformarci affinché serviamo ai loro scopi1720.
CONTEMPLAZIONE DI S. FRANCESCO
7 La contemplazione di S. Francesco, ispiratrice della nostra contemplazione, si caratterizza co sì:
- S. Francesco21 scopre l'amore di Dio nel Cristo povero e crocefisso di San Damiano, nell'abbracciò del lebbroso, nella Sacra Scrittura e nella Eucarestia. Così l'amore a Cristo, povero e crocefisso, lo porta ad amare gli uomini, soprattutto i più poveri e sofferenti. Pertanto Dio è visto e contemplato all'interno delle realtà umane; in esse si rivela la sua trascendenza;
- san Francesco ha scoperto il piano di Dio nella contemplazione e ha voluto partecipare pienamente all'amore di Cristo per l'uomo, annunciando la buona novella della speranza e della pace attraverso la conversione22. Tutta la sua attività è nutrita da un'alta contemplazione;
- san Francesco vive la mistica della lode di Dio in un contesto di immersione nel creato23. Per lui tutta la creazione canta la gloria di Dio. Da ciò prende forza il suo messaggio di una fratellanza universale tra gli uomini e con tutto il creato;
- san Francesco incontra Dio nella contemplazione attraverso una via intuitiva e affettiva, ripresa poi dalla tradizione cappuccina, per la quale pregare è parlare a Dio con il cuore (Cost24. 53,6). Si tratta di una via accessibile a tutti. La prima produzione letteraria dei Cappuccini ha riguardato quasi esclusivamente trattati dell'orazione contemplativa, come continuazione della loro predicazione evangelica popolare25.
CONDIZIONI PER LA CONTEMPLAZIONE PROFETICA
8 La nostra contemplazione francescano-cappuccina sarà profetica e corrisponderà alle esigenze degli uomini di oggi a condizione che:
- prosegua la sana tradizione cappuccina, con l'arricchimento creativo delle nuove forme che stanno sorgendo da varie parti; 27
- sia coltivata personalmente e comunitariamente e sia aperta al dialogo con i fratelli e all'apporto degli altri uomini, perché questi rapporti interpersonali arricchiscono la propria esperienza; 28
- sia basata sulla consapevolezza della nostra radicale povertà di creature umane26. Questa consapevolezza e il primo passo della nostra ascesa verso Dio: riconoscendo la propria miseria e necessità, ricorriamo al maestro divino (cfr. Bonaventura, Itinerarium mentis in Deum; (Brev. p.4, c.4.);
- sia umile e semplice, praticabile da tutti, e capace di trasformare le gioie e le sofferenze della vita quotidiana nell'intima unione con Dio; sia affettiva e spontanea, come espressione del cuore che si dilata verso Dio, verso i fratelli e verso tutto il creato;
- sia capace di condurci ad una povertà reale e all'inserimento tra i poveri; sia aperta ai poveri e ai crocifissi del nostro tempo, cercando di imparare da loro e di essere solidali con loro;
- porti nella celebrazione eucaristica i problemi attuali, come partecipazione al mistero della morte e risurrezione di Gesù, tenendo presenti le radici culturali dei diversi popoli2930.
C. Scelte operative
MEZZI PRATICI
9 È necessario offrire ai frati i mezzi pratici per favorire l'incontro con Dio nella loro interiorità e nelle realtà che li circondano. Pertanto dobbiamo:
- attuare una formazione permanente alla contemplazione, usufruendo anche dei risultati delle nuove e sane ricerche psicologiche;
- preparare formatori e guide spirituali;
- organizzare la vita personale e comunitaria in modo che la dimensione contemplativa sia promossa non solo in determinate ore, ma come impegno fondamentale della nostra esistenza; 32
- procurare e difendere un ambito con tempi e spazi di silenzio3133.
ITINERARIO CONTEMPLATIVO
10 Dobbiamo riscoprire forme tradizionali valide dell'itinerario contemplativo, rinnovate con una coscienza e dimensione di solidarietà sociale (digiuni, veglie, pellegrinaggi, ecc.)34.
CASE DI PREGHIERA
11 Dobbiamo promuovere le case di preghiera e i romitori per animare la nostra vita contemplativa (Cost. 56,1) e per aiutare coloro che si incamminano verso una contemplazione adattata alle diverse condizioni35.
FRATERNITÀ APERTE
12 Occorre coltivare l'accoglienza nelle nostre comunità, che siano aperte a chi vuole, individualmente o in gruppi, partecipare alla vita dei frati e orientarsi verso la spiritualità francescana36.
CENTRI CONTEMPLATIVI
13 È bene favorire, specialmente nelle grandi città, anche la collaborazione con altri religiosi e religiose, centri contemplativi e luoghi di incontro umano e religioso37.
INCONTRI
14 Per favorire la vita di contemplazione nell'Ordine, è utile organizzare degli incontri nei quali fratelli di diverse culture possano comunicarsi le loro esperienze ed aiutarsi ad avanzare su questo difficile cammino38.
< Precedente |
Indice|
Successivo >
|
Pagine realizzate e gestite per i Frati minori cappuccini da fra Mario