III° Consiglio plenario
VITA E ATTIVITÀ MISSIONARIA
< Precedente| Indice | Successivo >
«ANDATE IN TUTTO IL MONDO
E PREDICATE IL VANGELO...»
(Mc 16,15)
Indice del documento
I° PRESUPPOSTI
l. Chiesa e missione
LA MISSIONE DELLA CHIESA
4 Cristo Gesù, Vangelo di Dio e primo evangelizzatore, ha trasmesso a tutti i suoi discepoli, e radicalmente alla comunità di fede che è la Chiesa, la grazia e la vocazione di evangelizzare. 6 L'identità più profonda della Chiesa sta nella sua essenziale missione evangelizzatrice. 7
Questa evangelizzazione consiste nella proclamazione all'umanità della lieta novella. 8 Essa si attua per mezzo della testimonianza e dell'annuncio del mistero di Cristo e in collaborazione con lo Spirito, così che venga il Regno del Signore, mediante la trasformazione dell'uomo e la creazione di un mondo nuovo di giustizia e di pace. 9
Cosi la Chiesa, popolo di Dio, per mezzo della sua missione evangelizzatrice, «svela ed insieme realizza il mistero dell'amore di Dio verso l'uomo». 10
LE «MISSIONI»
5 Questa missione della Chiesa è, nella sua essenza, una e unica, ma diventa poi molteplice e varia nella sua esplicazione pratica, dovendo tener conto delle situazioni e dei destinatari concreti dell'evangelizzazione. 11
In questo senso lo sforzo missionario con «i più lontani da Cristo» (quelli che non lo conoscono o che si trovano in situazioni di scristianizzazione, ovunque essi siano) rappresenta la forma più specifica e privilegiata dell'evangelizzazione, il compito prioritario della Chiesa missionaria. 12
Quindi, dal punto di vista teologico ed esistenziale, questa preminente attività missionaria della Chiesa sorpassa i limiti ristretti del concetto tradizionale delle «Missioni», concetto che aveva precise connotazioni territoriali ed amministrative. 13
In qualunque luogo ci siano dei fratelli fondamentalmente bisognosi della fede esplicita in Cristo, del primo annuncio della buona novella, la si esplica l'azione missionaria per eccellenza. 14
I MISSIONARI
6 Conseguentemente, pur riconoscendo i connotati giuridici ancora vigenti in alcuni contesti del le cosiddette «Missioni», consideriamo missionari tutti quelli che, in qualunque continente o paese, oltrepassano per cosi dire le frontiere della «comunità cristiana» per portare il messaggio di Cristo a quei popoli o gruppi di uomini che di fatto sono più «emarginati dal Regno». Nel tempo della «Christianitas» i più emarginati dal Regno di Dio erano ritenuti «i saraceni e gli altri infedeli», che stimolarono lo spirito missionario di san Francesco. 15
CONTENUTI DELL'AZIONE MISSIONARIA
7 Il contenuto dell'azione missionaria e l'annuncio, con la vita e le parole, di tutto il Vangelo al l'uomo in tutte le sue dimensioni. 16
L'idea e l'obiettivo essenziale del messaggio evangelico sono questo: presentare Gesù come realtà determinante per l'individuo e per la società in un mondo critico e costruttivo. 17
Quindi l'evangelizzazione comporta, inevitabilmente, delle implicazioni profonde in tutta la vita dell'uomo, perché il suo scopo è quello di salvare l'uomo, tutto l'uomo, l'uomo concreto, di porta re il lieto annuncio di Cristo liberatore, capace di trasformare dal di dentro tutti gli strati dell'umanità e di fare di ogni fratello un uomo cristianamente nuovo e libero. Libero anzitutto dal peccato e dalla sua radice, l'egoismo, e poi anche da tutte le conseguenze del peccato, quali possono essere le situazioni e le strutture inumane e spersonalizzanti, individuali o collettive, di qualsiasi segno (socio-economico, politico, religioso, ecc.). 18
«L'opera della redenzione di Cristo, mentre per natura sua ha come fine la salvezza degli uomini, abbraccia pure la instaurazione di tutto l'ordine temporale. Perciò la missione della Chiesa non è soltanto di portare il messaggio di Cristo e la sua grazia agli uomini, ma anche di permeare e perfezionare l'ordine delle realtà temporali con lo spirito evangelico». 19
EVANGELIZZAZIONE E PROMOZIONE UMANA
8 Di conseguenza non esiste per noi alcuna contrapposizione fra salvezza spirituale e sviluppo dell'uomo; al contrario, esiste un'integrazione di valori.
Certo la nostra azione missionaria non si esaurisce nella promozione umana, ma crea, con il suo fermento evangelico, la promozione; la esige, perché l'uomo è immagine di Dio. Dobbiamo quindi sostenere una giusta sintesi tra evangelizzazione ed umanizzazione o promozione umana. Tra l'estremo di una riduzione del Vangelo alla pura fede, al culto e alla salvezza dell'anima, e l'altro estremo di una dedizione radicale ai problemi umani e sociali fino all'uso della violenza e della rivoluzione, dobbiamo predicare la salvezza integrale, la liberazione totale dell'uomo attraverso Gesù Cristo .20
La nostra opera di promozione e di sviluppo sia il frutto di una precisa concezione dell'uomo alla luce della fede e della consapevolezza che non è estraneo all'evangelizzazione lo sforzo per superare tutto ciò che condanna gli uomini a restare ai margini della vita: carestie, malattie croniche, analfabetismo, pauperismo, ingiustizia ed oppressione a tutti i livelli. Scopo preminente del l'evangelizzatore deve essere tutto ciò che riguarda la dignità e l'integrità dell'uomo. 21
9 Il nostro servizio sia di preferenza diretto verso quei fratelli che hanno più bisogno di promozione, sia materiale che spirituale. 22
Quindi il nostro impegno missionario di evangelizzazione integrale deve avere come obiettivo urgente e prioritario la dedizione al servizio di coloro che, oltre alla «lontananza da Cristo», soffrono ogni genere di schiavitù e di emarginazione nella società.
E questo senza risparmiare, secondo la diversità delle situazioni, una prudente e coraggiosa denuncia evangelica - con la propria vita e con la proclamazione dei diritti della verità e della giustizia - dopo un'analisi critica dei fatti e dei contesti alla luce della fede. 23
Bisognerà ad ogni modo stare specialmente attenti a non cadere in equivoci o compromessi che possano snaturare la purezza del nostro messaggio e l'apporto specifico della nostra azione come religiosi.
In questo senso dobbiamo evitare, soprattutto, due gravi rischi:
- - la perdita di una sana libertà evangelica, legandoci a formule culturali o socio-politiche relative, contingenti o magari erronee; 24
- - la confusione di ruoli, non rispettando la diversità dei compiti e servizi, all'interno della Chiesa. Il nostro contributo deve essere sempre contrassegnato da una netta fedeltà al nostro carattere e ai nostri impegni tipici di religiosi, responsabili qualificati di una missione ben precisa in mezzo al popolo di Dio. 25
2. Il nostro Ordine nella missione della Chiesa
VOCAZIONE FRANCESCANA = VOCAZIONE MISSIONARIA
10 Ogni vocazione francescana è fondamentalmente missionaria. Il progetto evangelico di vita del francescano implica, radicalmente, una spontanea dimensione apostolica senza frontiere. Come senza frontiere è il Vangelo di Gesù: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura».26
San Francesco aveva capito cosi la sua vocazione e la vocazione dei suoi frati: «Dio ha scelto e mandato i frati per il bene e la salvezza delle anime di tutti gli uomini del mondo: non solo nei paesi dei cristiani, ma anche in quelli dei non credenti essi saranno accolti e conquisteranno molte anime». 27
Quindi giustamente il nostro Ordine è «una fraternità apostolica che adempie nella Chiesa il suo dovere di servizio verso tutti gli uomini». 28
11 Fra i diversi modi di realizzare il carisma apostolico dell'Ordine, c'è quello di alcuni frati che, vivendo da «uomini evangelici nella verità, nella semplicità e nella letizia», annunciano il Vangelo in un contesto particolare: tra coloro che ne hanno maggior bisogno perché vivono più lontani da Cristo. 29
Questo compito missionario non comporta, di per sé, né una vocazione speciale, differente dalla comune vocazione di tutti i frati, ne un impegno per l'intera vita. 30
- - Nel contesto storico del medioevo, la missione apostolica tra «i saraceni e gli altri infedeli» ave va le connotazioni «circostanziali» di un atto moralmente eroico. Perciò san Francesco, rispettoso della personalità dei frati e della grazia e ispirazione di Dio, vuole una speciale sicurezza e garanzia. Impegni cosi compromettenti allora come adesso richiedono dei motivi chiaramente soprannaturali e una verifica accurata da parte dei responsabili della fraternità. 31
- - D'altra parte, il compito missionario non suppone, per natura sua, un impegno «ad vitam» per il francescano, anche se possa essere veduto come «un carisma» particolare di alcuni frati. Infatti né san Francesco, né la nostra legislazione (fino alle ultime costituzioni) hanno sollevato problema alcuno sulla temporaneità o meno di questo servizio missionario. D'altronde le mutate condizioni dell'attività missionaria, esigendo per lo più un servizio sussidiario, offrono un'occasione provvidenziale per farci vivere in concreto la caratteristica dell'itineranza francescana. 32
12 Il contributo specifico dell'attività missionaria del cappuccino si realizza mediante la coerenza personale e comunitaria al nostro carisma di Frati e di Minori, che è quello di incarnare esistenzialmente il Vangelo rivelando, con gioia e semplicità, l'amore del Padre verso gli uomini. Essere autentici per essere credibili. 33
Proprio perché il missionario deve servire i più lontani dalla fede, il suo annuncio deve avere delle esigenze personali particolari, che garantiscano meglio l'efficienza del messaggio.
Crediamo che la presenza-fermento del missionario francescano debba essere caratterizzata dalla
- fraternità: vivendo da veri fratelli tra di noi e realizzando forme di vita fraterna con gli uomini in mezzo ai quali operiamo; 34
- minorità: vivendo da veri servitori di tutti, umili, poveri, rispettosi e pacificatori, semplici nello stile di vita e nelle relazioni con gli altri; 35
- esperienza dello Spirito nella propria vita: mostrandoci in tutto veri «uomini di Dio» attenti e disponibili a qualsiasi divina ispirazione ricevuta direttamente o tramite la vita e la realtà degli altri; 36
- sensibilità ai problemi della promozione integrale, affinche la nostra presenza missionaria sia davvero stimolo allo sviluppo e alla giustizia, al dialogo e alla solidarietà; 37
- radicalità evangelica, che ci porti sempre alla più generosa disponibilità, all'accettazione della croce e a un sano pionierismo, come risposta coraggiosa alle più urgenti necessità degli uomini e della Chiesa. 38
ALCUNI ORIENTAMENTI PRATICI
13 In coerenza con i tratti fondamentali della nostra identità francescana vorremmo aggiungere alcuni indirizzi metodologici per la vita e l'attività dei frati missionari:
- - anzitutto la regola aurea di san Francesco: presentare sempre la predicazione vivente della pro pria esistenza, mite, pacifica, fraterna, di autentici cristiani; 39
- - tenendo poi conto della nostra condizione di «fratelli» - spogliata da ogni carattere clericale - si cerchi di potenziare le virtualità missionarie di tutti i confratelli, in funzione del carisma francescano; 40
- - in perfetta sintonia con la nostra caratteristica di «fraternità apostolica», cerchiamo di programmare e di svolgere i compiti missionari in intima comunione gli uni con gli altri, come opera della fraternità piuttosto che delle singole persone, evitando i gesti d'individualismo e di mancanza di solidarietà. Veramente fratelli e uniti «perché il mondo creda»; 41
- - fedeli alle esigenze della nostra minorità, cerchiamo il cuore degli uomini per le vie del dialogo, del rispetto, dell'ascolto, della comprensione e dell'accettazione. Se siamo portatori del messaggio e di certi valori, dobbiamo nello stesso tempo essere disponibili ad accettare il messaggio e i valori che sono negli altri, proclamare e saper ascoltare, umilmente, il Signore attraverso tutto e tutti i fratelli. D'altra parte il nostro atteggiamento minoritico ci facilita la comunicazione e il lavoro con gli uomini, sull'esempio di Gesù che si fece uomo tra gli uomini per servirli e salvarli; 42
- - imitando la tattica pastorale di san Francesco, specialmente con i più lontani dalla fede, sappiamo ridurre il contenuto della nostra catechesi cristiana al nucleo essenziale del Vangelo: il lieto annuncio di Gesù Salvatore e l'amore fraterno; 43
- - nonostante la scelta sempre preferenziale dell'evangelizzazione dei «poveri», non dimentichiamo l'esempio di san Francesco proclamando la conversione, la verità, il bene e la pace del Vangelo anche ai più potenti e ai responsabili dei popoli; 44
- - nella vita e attività dei frati missionari san Francesco ha voluto sottolineare con il suo atteggiamento personale e con le sue parole un elemento caratteristico della nostra identità minoritica: la disponibilità alla croce, al martirio. Ecco il cammino e il metodo di una autentica evangelizzazione cristiana, come quella di Gesù. 45
ADESIONE AL COMPITO MISSIONARIO
14 L'obbligo di rispondere all'impegno missionario da parte della Chiesa e da parte di ogni discepolo di Gesù ha, ancora oggi, la sua piena validità.
Nonostante che il Signore riservi un giudizio di grazia verso coloro che esplicitamente non lo conoscono, ma si sforzano di vivere secondo la loro retta coscienza, san Paolo sente il grave do vere di evangelizzare i Gentili: «Guai a me se non predicassi il Vangelo!», e resterà sempre attuale il comando di Gesù: «Predicate il Vangelo a ogni creatura». 46
D'altra parte l'opera missionaria è essenziale alla Chiesa giacché la sua ragione di essere è testimoniare il mistero di Cristo e «rivelare e comunicare la carità di Dio a tutti gli uomini e a tutte le genti». 47
A livello personale ogni discepolo di Gesù ha una specifica responsabilità missionaria: per la logica stessa della fede e per il dinamismo intrinseco della propria esperienza religiosa.
La fede esplicita in Cristo Signore nasce soltanto attraverso la comunicazione diretta a coloro che non lo conoscono. «Come potranno credere senza aver sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza che uno lo annunzi?...». 48
E l'esperienza cristiana autentica spinge inevitabilmente a comunicare agli altri i valori e le ricchezze della vita religiosa. La fede esistenzialmente vissuta è per necessità missionaria. «Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo Gesù Cristo». 49
15 Di conseguenza, quanto più ognuno si consacra a Cristo e alla Chiesa, tanto più sente l'obbligo di impegnarsi nella causa di Cristo.
Ecco perché i religiosi «trovano nella vita consacrata un mezzo privilegiato per una evangelizzazione efficace». «Quanto più fervorosamente si uniscono a Cristo con la donazione di se che abbraccia tutta la vita, tanto più si arricchisce la vita della Chiesa e il suo apostolato diviene più vigorosamente fecondo». 50
Il nostro carisma di francescani da forza maggiore e speciale allo zelo missionario della comune vocazione religiosa. La nostra missionarietà è impregnata dell'esempio forte e esistenziale di san Francesco ed è il frutto di una intensa esperienza dello «Spirito del Signore e della sua santa operazione» e della essenza evangelica e apostolica del francescanesimo. Ma è anche l'espressione spontanea, congeniale della nostra spiritualità fraterna e minoritica. Se il contenuto centrale dell'evangelizzazione è la testimonianza dell'amore del Padre e della fratellanza di tutti gli uomini rive lata da Gesù, 51 la nostra identità ci porta logicamente al servizio missionario: gesto fraterno proprio verso coloro che hanno più bisogno di sentirsi figli del Padre e fratelli di tutti.
A ragione, quindi, «il nostro Ordine prende su di sé, come proprio dovere, il compito dell'evangelizzazione... e riconosce e assume questo impegno missionario fra i suoi principali impegni apostolici». 52 E a ragione anche ognuno di noi può dire con l'Apostolo: «per me evangelizzare è un dovere». 53
< Precedente| Indice | Successivo >
|
Pagine realizzate e gestite per i Frati minori cappuccini da fra Mario