I° Consiglio plenario
VITA FRATERNA, POVERTÀ E MINORITÀ

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Cap. II°: LA FRATERNITÀ


Capitolo II°

LA FRATERNITÀ


A. I FRATI

EGUAGLIANZA DEI FRATI ED EGUAGLIANZA DI OPPORTUNITÀ
20 Tutti i frati sono eguali, 29 e, pertanto, a tutti si dia eguale opportunità di sviluppare i propri doni e carismi, nella condizione di ciascuno, al servizio degli altri, tanto dentro quanto fuori della fraternità.
MEZZI PER FAVORIRE L'EGUAGLIANZA
21 Per favorire l'eguaglianza dei frati, fra gli altri, si propongono i seguenti mezzi:
a) avere un noviziato comune, senza distinzione alcuna tra i chierici e non chierici;
b) dare per tutto il tempo della iniziazione il primo luogo alla formazione religiosa e francescana con un eguale criterio per i chierici e non chierici; 30
c) celebrare la liturgia delle ore e quella eucaristica in lingua volgare con la partecipazione attiva di tutti, e rinnovata non solo secondo la lettera ma soprattutto secondo lo spirito del Concilio Vaticano II;
d) dare a tutti una formazione adeguata, secondo i diversi compiti da esercitarsi, giusta le proprie attitudini, dentro l'Ordine e per lo svolgimento dei lavori apostolici;
e) attuare la soppressione dei titoli, privilegi ed esenzioni supposta dalle costituzioni;
f) realizzare la partecipazione di tutti i frati ai servizi domestici, salvo un più urgente lavoro; 3
g) scambiarsi i beni materiali sia nell'ambito locale e provinciale che nell'ambito interprovinciale e di tutto l'Ordine, salvi i criteri di una sana amministrazione. 32
ISTANZA ALLA SANTA SEDE CIRCA I FRATI NON CHIERICI
22 Il Consiglio Plenario dell'Ordine chiede ai superiori generali che, salva la norma della discrezione e della opportunità, di nuovo facciano istanza alla Santa Sede, per ottenere che i frati non chierici possano prestare il loro servizio in tutti gli uffici dell'Ordine. 33
23 Il Consiglio Plenario dell'Ordine ritiene che la risposta negativa della S. C. per i Religiosi, al n. 102,6 delle costituzioni, non ostacola che i superiori maggiori, per mezzo del definitorio generale, dirigano domanda alla Santa Sede, affinché, in casi particolari, qualche fratello non chierico ed eminentemente adatto, possa esser chiamato all'ufficio di superiore, quando il bene della fraternità lo richiede. 34
I GIOVANI E IL RINNOVAMENTO
24 Poiché lo Spirito del Signore può parlare in tutti, i superiori maggiori e locali diano possibilità ai frati più giovani di prendere parte attiva nel rinnovamento dell'Ordine. 35
Pertanto i superiori:
a) stimolino la partecipazione attiva nel capitolo locale;
b) promuovano i contatti con i vari frati e fraternità della provincia;
c) convochino in questo senso congressi provinciali e interprovinciali di giovani.
25 Dovendo i giovani, assieme agli altri frati, essere responsabili del rinnovamento dell'Ordine, i superiori usino i mezzi opportuni per conoscere le loro opinioni ed aspirazioni, favoriscano le loro iniziative, inducendoli al dialogo con gli altri frati. 36
I FRATI E LA FRATERNITÀ
26 Per maggiormente attuare le costituzioni, abbiano cura i superiori che i frati, anche per motivo di apostolato, non vivano abitualmente separati dalla fraternità; ne manchi loro il beneficio della vita fraterna. 37
27 Dove per speciali condizioni, ad esempio nelle missioni, i frati sono costretti a vivere soli per lungo tempo, i superiori maggiori procurino che ad essi sia data frequente opportunità di partecipare alla vita fraterna. 38
28 In tutti i frati venga sviluppata un'azione educativa, tendente a far loro fraternamente comprende re le angustie e le sofferenze dei frati assillati da crisi, e a mostrarsi verso i medesimi non giudici, ma custodi e veramente fratelli. 39
29 a) Si raccomanda vivamente ai superiori provinciali e locali che abbiano una grande sensibilità e cura per i frati che ritornano al secolo, memori che anche per noi, - anzi specialmente per noi - vale ciò che si legge nella Istruzione della S. C. per la Dottrina della Fede, in data 13 gennaio 1971, n. VI, § V: «Gli Ordinari interessati, fra i quali il superiore maggiore dei religiosi, con paterna e pastorale carità trattino i sacerdoti (frati) ridotti allo stato laicale, e, in quanto e possibile, li aiutino nelle cose necessarie a un decoroso sostentamento».
b) Le stesse conferenze dei superiori maggiori istituiscano una comune riflessione su tale problema e, se occorrerà, uniscano le loro forze per reperire mezzi adatti, allo scopo di aiutare fraternamente ed efficacemente i frati che lasciano l'Ordine, così che possano inserirsi in maniera onesta ed armonica nella vita sociale. 40

B. LA FRATERNITÀ

COLTIVARE LA FRATERNITÀ
30 Il Consiglio Plenario dell'Ordine vivamente raccomanda a tutti i superiori che con mezzi adatti venga coltivato lo spirito di fraternità, in quanto esso forma l'elemento primario ed essenziale della nostra vita francescana. 41
FRATERNITÀ ADATTATA AL RINNOVAMENTO
31 In ogni circoscrizione dell'Ordine, la struttura delle fraternità, 42 sia a riguardo della presenza specie tra i poveri e con i poveri, sia a riguardo del nostro apostolato, si adatti in modo che il rinnovamento dell'Ordine riesca efficace.
TESTIMONIANZA DELLA FRATERNITÀ
32 Ogni fraternità, qualunque sia la forma di vita, con lo spirito e la maniera di pregare, vivere ed agire, deve dare testimonianza evangelica di minorita e povertà.43
ANIMATORI DEL RINNOVAMENTO
33 Salva la responsabilità pastorale primaria degli stessi superiori, 44 il Consiglio Plenario dell'Ordine inoltre raccomanda loro che, nella maniera ritenuta più opportuna, si servano dell'aiuto di frati preparati all'animazione delle fraternità, per suscitare, nutrire e perfezionare il rinnovamento della nostra vita. 45
FRATERNITÀ APERTE
34 Le nostre fraternità siano talmente aperte, che i laici non solo possano renderci speciali servigi, ma anche partecipare più intimamente della nostra vita, sia nell'orazione che nei rapporti fraterni e nell'apostolato. Trattandosi di partecipazione temporanea, si abbia il consenso del capitolo locale; se poi la partecipazione e protratta o definitiva, si richiede il consenso dei superiori maggiori. 46
AIUTO DA PARTE DEI LAICI
35 Si ricorra ai servizi di laici esperti, sia per quanto concerne l'amministrazione economica sia per la nostra inserzione sociale, affinche possiamo istituire una più profonda riflessione sulla nostra povertà, minorita e apostolato, ed assumere con maggior sicurezza orientamenti pratici e più efficaci. 47
FRATERNITÀ DI TESTIMONIANZA
36 Ad ogni circoscrizione dell'Ordine si raccomanda vivamente, tutto ben considerato nel Signore, la fondazione di almeno una fraternità di testimonianza secondo le costituzioni, 48 fraternità che nelle odierne circostanze appare tanto conforme al nostro spirito e alle esigenze del mondo da evangelizzare.
E LORO CONDIZIONI
37 Affinché si renda possibile la creazione di fraternità nuove, oltre una previa informazione e sensibilizzazione dei frati della provincia:
a) in ciascuna circoscrizione, se e necessario, si lasci almeno qualche casa od opera apostolica, particolarmente collegi o istituti simili, tenuti in favore dei ricchi;
b) al frate che desidera di andare presso tale fraternità si lasci libertà di realizzare il suo proposito, anche se deve abbandonare un ufficio esercitato in provincia, salvo il bene comune e supposte in lui le doti necessarie. 49
38 In tali fraternità non vengano ammessi se non frati che siano idonei alla vita fraterna, religiosi de diti all'orazione, maturi di spirito, competenti nel proprio lavoro e, in modo speciale, nell'annunzio della parola di Dio. Inoltre il responsabile di tale fraternità sia dotato dei doni di un vero animatore. 50
FRATERNITÀ CONTEMPLATIVE
39 Supposto che secondo le costituzioni 51 i frati debbano unire sempre orazione e lavoro, e che possano accedere alla casa di ritiro, costituita secondo la mente del n. 42 delle costituzioni, il Consiglio Plenario dell'Ordine inoltre raccomanda caldamente che si abbiano fraternità contemplative, do ve i frati possano esclusivamente nutrire l'intimità con Dio, per il tempo che nel Signore ad essi sembrerà necessario.
FRATERNITÀ TRADIZIONALI RINNOVATE
40 Le fraternità che a buon diritto esercitano di preferenza la vita e l'attività tradizionali, dato che il nostro tenore di vivere ammette manifestazioni pluriformi, animino la loro vita interna e l'apostolato esterno con lo spirito delle nuove costituzioni. 52
MENTALITÀ RINNOVATA
41 A questo scopo i superiori, ed anche le conferenze dei superiori maggiori, abbiano cura di usare mezzi opportuni per adattare e perfezionare la mentalità dei frati nel senso voluto dalle nuove costituzioni e dagli altri documenti della Chiesa e dell'Ordine. 53
SUPERIORI LOCALI ANIMATORI
42 Poiché in gran parte il rinnovamento di una fraternità dipende dal superiore, i superiori maggiori scelgano colui che e capace di animare il rinnovamento della fraternità tradizionale, non omettendo di aiutarlo. 54
CAPITOLO LOCALE E FRATERNITÀ
43 É compito del capitolo locale confermare lo spirito fraterno, promuovere la corresponsabilità di tutti i frati al bene comune, istituire il dialogo fraterno a riguardo di tutto ciò che concerne la vita di fraternità, per ricercare insieme la volontà di Dio. 55
44 Attesa la particolare importanza del capitolo locale per la vita della fraternità, i superiori maggiori lo promuovano efficacemente e qualche volta lo animino anche con la loro presenza. 56
45 Nel capitolo locale si esprime ottimamente «l'obbedienza caritativa», caratteristica della nostra fraternità, mediante la quale i frati si scambiano vicendevoli servizi, si favorisce la creatività e la cor responsabilità di ognuno, e i doni propri della personalità si espandono al servizio di tutti. Infatti, per la ricerca e la effettuazione della divina volontà, la fraternità ha bisogno della creatività e dei doni personali di ciascuno dei suoi membri. 57
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