Della seconda parte delle Pratiche, la quale è la
meditazione.
La seconda parte della pratica è la meditazione. E questa parte comunemente è la piu lunga, per
dar materia sufficiente all'animo da trattenersi. Ed è distinta in vari punti, per aiutare la memoria
ed acciocchè di punto in punto ella si vada gustando; perchè essa è come un pasto ed i punti
sono come bocconi, i quali ad uno ad uno si devono bene masticare, per cavarne il succo e il
frutto.
Sono molti i frutti della meditazione, per i quali merita che da noi ella sia strettamente
abbracciata ed affettuosamente esercitata. Il primo è un gran lume che se ne riceve delle cose
divine; ed ivi s'apprendono chiaramente i misteri della nostra fede e s'intendono le sacre
scritture, perchè nella meditazione si raccoglie il saporoso succo di quelle e della sacra Teologia.
Ed in questo viene l'intelletto a conseguire la sua perfezione. Inoltre si tiene occupata la mente
nelle cose divine e le si toglie, per conseguenza, il discorrere delle cose umane o mondane. E
questo quanto importi, lo sa chi lo prova.
Di più lo spirito riceve gran diletto; perchè le cose sacre sono come lo zucchero, che porta seco
il dolce, oltre quel comune diletto che si ha nella cognizione d'ogni sorte di verità, tanto umana
quanto divina.
E questo speciale diletto trattiene l'uomo all'orazione e fa che volentieri vi ritorna, e questo pure
ancora assai importa. Da questo e dal precedente effetto ne nasce il quarto, ch'è di perdere a
poco a poco l'amore ai beni temporali; perchè l'esperienza dimostra che l'uomo, occupandosi
intorno solamente ad una cosa, vi mette tanto amore che non sa mai nè pensare, nè parlar d'altro,
e il cuor suo sta ivi tutto affisso.
Ma se piglia un'altra occupazione, non pone più alla prima tant'affetto. Però, fin che si pensa alle
cose divine, il senso mondano s'indebolisce; perchè in quel mentre non riceve nutrimento dai
suoi oggetti, e il non mangiare toglie le forze. Onde, chi in tutto il privasse di questi suoi cibi,
morirebbe, a maggior conforto e vita dello spirito. E mentre si contemplano le cose sacre, si
chiude l'occhio al senso; onde ne segue che anche il suo appetito si raffrena, perchè quello che
l'occhio non vede il cuore non brama.
Occupati adunque, carissimo, nelle sante meditazioni, se vuoi a poco a poco perdere l'amore del
mondo, con infinito tuo guadagno. In quinto luogo, la meditazione serve per legna d'accendere il
fuoco affettuoso nella volontà. Perchè, meditando noi qualche mistero sacro, sempre vi
ritroviamo dentro qualche efficace motivo che ci sprona e ci muove a far qualche atto virtuoso
con l'affetto; come sarebbe di temere, desiderare, amare, rallegrarsi, ringraziare, sperare, dolersi,
imitare, compatire o simili. E questo è l'intento principale, per il quale si fa la meditazione.