IV° Consiglio plenario
FORMAZIONE (Orientamenti)
< Precedente |
Indice|
Successivo >
LA FORMAZIONE ALLA NOSTRA VITA
Indice del documento
57 L'iter formativo, pur essendo articolato in diverse tappe, deve corrispondere a una profonda unitarietà.
Come processo continuo e aperto ai valori, la formazione deve essere contraddistinta da alcune caratteristiche.
La formazione deve considerarsi come un processo personalizzato, nel senso che deve tener conto delle caratteristiche, del carisma, delle esigenze come anche del ritmo di crescita della singola persona. Allo stesso tempo il singolo deve pur crescere come persona aperta.
La formazione deve essere continua. Solo un adeguamento continuo dei modi di vivere, pensare, reagire, garantisce la capacità di far fronte alle nuove situazioni, alle sfide e alle attese. Da questo la necessità che i frati imparino a imparare.
Il processo di formazione deve essere organico e coerente, proponendosi delle mete da raggiungere. Tali mete permettono delle scelte coerenti.
Ogni crescita deve essere graduale. Così la formazione è un cammino di cui sono da rispettare le tappe. Non bisogna far percorrere ai giovani due. volte la stessa tappa, come pure occorre aiutare chi diventa anziano a non fermarsi. Gli obiettivi da raggiungere nelle varie tappe sono allo stesso tempo punti di arrivo e punti di partenza.
Per realizzare questi obiettivi in una maniera che corrisponda alle situazioni nelle varie aree culturali le province si diano una «Ratio formationis».
La formazione nella nostra vita e per la nostra vita comprende tre grandi fasi: l'orientamento vocazionale, la formazione iniziale e la formazione permanente.
1. Orientamento vocazionale
ORIENTAMENTO VOCAZIONALE COME SERVIZIO
58 L'orientamento vocazionale è un'attività pastorale diretta ad aiutare i giovani a scoprire il progetto di Dio a riguardo della loro vita, approfondendo con essi l'impegno battesimale, promovendo lo spirito apostolico e proponendo l'invito a seguire Gesù.
Essendo la pastorale vocazionale un servizio da assolvere in vista del carisma dei singoli e del bene della Chiesa, sia rispettato e favorito l'orientamento dei giovani verso ogni vocazione esistente nella Chiesa. Si aiutino l'Ordine francescano secolare, che condivide con noi lo spirito di san Francesco, e i movimenti spirituali dei giovani e si collabori con gli organi di pastorale vocazionale nelle singole chiese locali.
ORIGINE
59 La pastorale vocazionale nasce dalla consapevolezza dei frati di vivere e di poter offrire un modello di vita ricco di contenuto umano ed evangelico, in cui gli aspiranti possono realizzare pienamente se stessi e rendere servizio alla Chiesa e all'umanità. Per poter offrire un modello convincente di questo genere e presupposta la nostra volontà di rinnovamento continuo. La pastorale delle vocazioni non deve essere motivata da volontà di sopravvivenza o da esigenze di mantenere in vita certe strutture, ma solo dal desiderio di attuare il piano di Dio anche mediante il nostro carisma126.
I MEZZI
60 Tra i mezzi più efficaci per aiutare chi è alla ricerca di un modello di vita cristiana e religiosa convincente è da ricordare al primo posto la testimonianza coerente della nostra vita evangelica fraterna, accompagnata dalla preghiera, assolutamente necessaria secondo l'insegnamento di Gesù per ottenere vocazioni per la vigna del Signore127.
Tra i mezzi pratici si è rivelato particolarmente utile l'offrire ai giovani la possibilità concreta di partecipare in qualche modo alla nostra vita, specialmente nei suoi atti comunitari, come la preghiera, la celebrazione eucaristica, la mensa, le attività. Il tutto Forse in case appositamente destinate a questo scopo, con la possibilità per i singoli di un aiuto nella riflessione personale.
L'uso dei mezzi di comunicazione di massa può servire per dare voce, fra le tante voci di propaganda per movimenti e ideologie, anche alla testimonianza di vita evangelica.
Altre forme, oltre i seminari minori dove ancora esistono, possono essere i campi scuola e di lavoro, i campeggi, i pellegrinaggi ai luoghi francescani...
Può rivelarsi utile dare impulso all'attività pastorale vocazionale negli ambienti spiritualmente vicini a noi, come la gioventù francescana, e nelle parrocchie a noi affidate.
Una maggiore efficienza può derivare dal fatto che ci siano alcuni religiosi destinati all'animazione vocazionale e che promuovano e coordinino tale attività, alla quale tutti i frati, come segno della fecondità propria della vita francescana, devono interessarsi128.
2. Tappe della formazione iniziale
DESCRIZIONE E FASI
61 Il termine «iniziazione» implica il distacco progressivo da una forma di vita con l'assimilazione di nuovi valori e l'inserimento in una determinata società. In questo processo della formazione iniziale alla nostra vita, i candidati, sotto la guida di un maestro, acquistano le conoscenze necessarie e la necessaria esperienza, interiorizzando, così, la vita francescana evangelica.
Come periodo di inserimento nella nostra fraternità, la formazione iniziale comprende le seguenti tappe:
- il postulato, come periodo di ricerca e di scelta;
- il noviziato, come periodo di interiorizzazione e integrazione nella fraternità;
- il postnoviziato, come tempo di maturazione e di consolidamento129.
Bisogna provvedere che tutta la formazione iniziale segua una linea coerente e permetta uno sviluppo progressivo, come pure è importante che non si faccia passare un, candidato a delle tappe ulteriori se non ha raggiunto la meta proposta per un determinato periodo.
IL POSTULATO
DESCRIZIONE E SCOPO
62 Il postulato, come primo periodo dell'iniziazione, è il tempo del discernimento e della scelta della vita francescana. Durante questo periodo il candidato, in stretto contatto con la fraternità, viene a conoscere il nostro modo di vita e la fraternità, da parte sua, viene a conoscere meglio il candidato per discernere e dare una risposta responsabile alla sua richiesta.
Il postulato è il tempo in cui il candidato scopre le ragioni più profonde della propria vocazione, conosce e sperimenta la nostra vita francescano-cappuccina, compie il distacco dal suo ambiente di vita e fa una prima esperienza della fraternità.
L'attività formativa riguardo ai postulanti è rivolta soprattutto al perfezionamento della catechesi della fede; metodi di preghiera, specialmente con introduzione alla liturgia; istruzione francescana; una prima introduzione al lavoro apostolico. Si cercherà pure di verificare e di promuovere la loro maturazione umana, soprattutto affettiva.
L'attività formativa deve essere centrata sulla persona del candidato per corrispondere alle sue necessità sul piano intellettuale, affettivo e spirituale. È importante orientare ad altre vie chi non è adatto alla nostra vita.
LUOGO E DURATA
63 Per quanto riguarda il luogo dove trascorrere il tempo del postulato, nelle province c'è grande varietà di modi. Il luogo, comunque, dovrebbe permettere una conoscenza abbastanza realistica della vita francescana in una determinata regione. In ogni caso il candidato non si porti fuori del suo contesto culturale. Con l'inizio del postulato il postulante è ammesso in fraternità come suo membro e partecipa alla vita fraterna130.
La durata del postulato, che varia secondo le province, è condizionata dalla maturazione umana e cristiana del candidato, come pure dalle esigenze del processo di iniziazione, che presuppone un certo grado di distacco dalla vita anteriore e un certo grado di inserimento nella fraternità. Le modalità sono da stabilire nei piani di formazione delle province.
IL NOVIZIATO
DESCRIZIONE E FINALITÀ
64 Il noviziato è il periodo di intensa iniziazione alla vita evangelica francescana e di esperienza di questa vita, la cui scelta è stata fatta anteriormente.
Scopo del noviziato è quello di mettere in grado il novizio per esperienza diretta di approfondire ed interiorizzare i valori e lo spirito della nostra vita e di integrarsi nella fraternità.
Il noviziato presuppone una scelta libera e matura della vita religiosa.
Affinché il noviziato sia veramente una introduzione e una pratica della nostra vita nei suoi aspetti e nelle sue esigenze fondamentali, notiamo alcune finalità di questo periodo:
- introduzione alla vita secondo il Vangelo e i consigli evangelici, in quanto il Vangelo costituisce il contenuto e la regola della nostra vita;131
- approfondimento della nostra vita francescano-cappuccina;
- vita di intensa preghiera (liturgica, comunitaria, personale, con tempi forti di vita contemplativa);132
- vita di carità, fraternità e lavoro;
- partecipazione reale alla vita dei poveri, servendo, per es., per un determinato periodo gli handicappati o altri bisognosi.
Il ritmo del noviziato deve corrispondere agli aspetti essenziali della nostra vita.
Da queste finalità si possono dedurre anche i criteri per una valutazione del novizio e per un programma più adeguato alle sue esigenze.
SUSSIDI
65 Sussidi principali per il novizio sono la S. Scrittura, la liturgia delle ore, gli scritti di san Francesco e le sue prime biografie come pure gli scritti di S. Chiara e dei primi cappuccini. Questi sussidi hanno lo scopo di aiutare il novizio nell'itinerario che sta compiendo.
LA FRATERNITÀ DEL NOVIZIATO
66 La fraternità formatrice del noviziato ha il compito eminente, soprattutto mediante la vita pratica, di aiutare il novizio ad integrarsi nella fraternità. Deve considerare il novizio come dono di Dio, motivo di speranza e stimolo di rinnovamento, accettandolo come fratello e cercando di promuovere il suo carisma personale in un contesto di fraternità e di servizio.
IL POSTNOVIZIATO
DESCRIZIONE
67 Il postnoviziato è il periodo di approfondimento e di maturazione dell'impegno assunto nella prima professione e prepara i frati alla professione solenne come scelta definitiva della vita evangelica.
PROGRAMMI E PRIORITÀ
68 Dato il posto primario che spetta nella nostra vocazione alla vita evangelica fraterna, anche nel periodo di formazione del postnoviziato è necessario dare ad essa la priorità133. Accanto alla priorità di una tale formazione, bisogna provvedere anche alla sua unitarietà, garantendola a tutti i frati senza distinzione.
I programmi comprendono: l'approfondimento della S. Scrittura, la teologia spirituale, il francescanesimo, le diverse forme di lavoro specialmente in casa. Per una certa completezza di questa formazione sono da prendere in considerazione anche corsi per corrispondenza di teologia e materie affini, ecc. Certe forme di studio intenso e di preparazione professionale sono difficilmente compatibili con la priorità che bisogna dare alla formazione per la vita evangelica.
SPECIALIZZAZIONI
69 Per quanto riguarda il lavoro da svolgere in questo periodo o le specializzazioni da prendere, nelle province ci sono due orientamenti.
In alcune province scopo principale del postnoviziato è la continuazione della formazione religioso-francescana con una riduzione al minimo degli altri tipi di formazione culturale, apostolica e professionale. Eventuali specializzazioni (tra cui lo studio in funzione del ministero sacerdotale) sono previste per dopo la professione solenne.
Altre province considerano il postnoviziato come un tempo in cui la vita francescana fraterna viene vissuta in un ambiente nuovo, cioè in un'altra casa e in un altro contesto di vita come il lavoro, lo studio, l'apprendimento di una professione... I programmi di formazione religioso-francescana sono prioritari ed eguali per tutti, anche se i candidati non si trovano nella stessa casa. Accanto poi al piano di formazione alla vita evangelica approfondita ci sono dei piani per la formazione culturale, ecc. Seguendo questa impostazione, la formazione avrà molta cura di portare i candidati ad una soluzione vissuta dei problemi riguardanti i binomi preghiera-attività, attività-vita fraterna.
Prima della professione solenne una preparazione intensa, chiamata anche «secondo noviziato», è auspicabile134. La durata e i modi variano secondo le province.
Per emettere la professione solenne il frate deve avere una adeguata conoscenza e esperienza della nostra vita, come pure la disponibilità ad una continua conversione e ad un rinnovamento continuo.
La professione solenne rende il frate membro della fraternità con tutti i diritti e i doveri connessi, a norma delle costituzioni135.
DESCRIZIONE
70 La formazione permanente è per noi il processo di rinnovamento per il quale siamo resi capaci di vivere la nostra vocazione in corrispondenza con il Vangelo nelle situazioni concrete e contingenti del vivere quotidiano. Tutto il documento è concepito in vista dello sviluppo della nostra vita umana, cristiana e religiosa, cioè anche in vista della formazione permanente. Se ne trattiamo qui in una sezione speciale, e per meglio sottolinearne l'importanza e i mezzi di realizzazione.
L'urgenza della formazione permanente, così centrale in tutto il mondo moderno, è ormai sempre più avvertita nell'ambito dell'Ordine. Si percepisce la sua necessità per la piena realizzazione del nostro carisma. Essa, infatti, mediante un continuo rinnovamento personale e comunitario e un coerente adattamento delle strutture, favorisce la crescita nello spirito del Vangelo e l'efficacia della nostra testimonianza. Inoltre consolida la vita fraterna, rendendo più facile il dialogo fra generazioni diverse, e aiuta nel superamento degli inevitabili problemi e crisi che insorgono nell'età matura. Tuttavia non si può non notare anche una certa resistenza diffusa un po' dovunque. Essa trova il suo fondamento alle volte in un eccessivo lavoro; più spesso in una errata concezione della formazione permanente stessa, quasi che essa significhi evasione e disimpegno; altre volte ancora nel subcosciente timore di porre se stessi in discussione.
DIMENSIONI
71 Pur investendo in modo unitario tutta la persona, la formazione permanente ha una duplice dimensione: la conversione spirituale, mediante il continuo ritorno alle fonti della vita cristiana e allo spirito primigenio dell'Ordine, in vista di uria maggiore fedeltà ad essi; l'aggiornamento culturale e professionale mediante l'adattamento, per dir così, «tecnico» alle condizioni dei tempi. Tale duplice dimensione va sempre vista in riferimento alle diverse fasi della vita umana.
LA FORMAZIONE PERMANENTE È UNA «MENS»
La formazione permanente, più che in modi o sussidi esterni, concreti e strutturati - pure necessari - consiste nella acquisizione di una «mens», di un atteggiamento spirituale, che ci rende coscienti come la formazione, cioè il nostro impegno di uomini e di cristiani, sul piano sia spirituale che scientifico e professionale, non ha mai termine, perché può. e deve essere continuamente perfezionato. Chi ha terminato il periodo della formazione iniziale non si può ritenere a posto per tutta la vita. L'autentico «atteggiamento formativo» si acquista invece proprio durante la formazione iniziale, rendendosi conto che la formazione di base non è che una premessa - certamente necessaria - alla nostra continua conversione che dura tutta la vita. È questa anzi una delle conquiste più decisive del periodo di iniziazione. La formazione permanente poi non si identifica e non si esaurisce nella partecipazione a qualche iniziativa di «aggiornamento», ma è un processo vitale continuo136.
LA FORMAZIONE PERMANENTE DOVERE-DIRITTO
72 Indubbiamente, impegnarsi per realizzare la propria formazione permanente e, in primo luogo, un dovere personale del singolo religioso. È un dovere, ma anche un diritto, al quale deve essere subordinato tutto il resto, dal momento che la formazione permanente non è altro che la realizzazione continua della nostra vocazione137.
Ma, allo stesso tempo, tale formazione deve essere sentita come grave dovere verso i frati da parte della provincia e dei superiori di essa. Ogni provincia si dia delle norme a questo riguardo e si faccia carico di iniziative che possono incoraggiare il rinnovamento dei religiosi, creando un clima nel quale la formazione permanente non solo trovi spazio, ma venga realizzata come fatto normale.
DESTINATARI DELLA FORMAZIONE PERMANENTE
Tutti i frati sono destinatari della formazione permanente. Esistono però alcune categorie che devono essere oggetto di particolare attenzione. E cioè: i confratelli anziani, che potrebbero sentirsi esclusi dal ritmo della vita; quei frati che per vari motivi, non hanno potuto ancora usufruire della opportunità di una migliore formazione sia sul piano religioso che professionale; i missionari, spesso esclusi da queste iniziative per troppo lavoro apostolico o per mancanza di occasioni; i fratelli che nel passato non sempre hanno ricevuto una sufficiente formazione.
FORMAZIONE DEI FORMATORI
73 Un tema tutto speciale e che riveste importanza fondamentale è quello della formazione dei formatori, i quali più di ogni altro hanno il grave dovere di rinnovarsi e di aggiornarsi; cioè di approfondire e vivere sempre meglio la propria vocazione e di continuare nella specializzazione iniziata. Di tutto questo i superiori provinciali devono essere pienamente coscienti e responsabili.
MEZZI E MODI PER LA FORMAZIONE PERMANENTE
74 Molteplici possono essere i modi della formazione permanente e molto sta nello spirito di iniziativa, nella buona volontà e nella dedizione sia del singolo frate che dei superiori nel trovarne di nuovi e stimolanti per le varie aree e per le varie circostanze. Non solo le iniziative straordinarie, ma specialmente, i momenti della vita ordinaria contribuiscono alla crescita e a una migliore realizzazione del nostro progetto di vita evangelica. Tra questi sono da ritenere come mezzi privilegiati: la vita liturgica intensamente vissuta nella messa e nella celebrazione delle ore secondo il ritmo dell'anno liturgico; la riflessione comunitaria sulla parola di Dio; la meditazione e i periodi di silenzio; il capitolo locale; la revisione di vita; il dialogo e la correzione fraterna; gli incontri di fraternità poi, ruolo decisivo per la formazione permanente lo studio personale, perseguito con metodo e impegno; ecc.
Tutti questi sono mezzi a livello di comunità locale, la quale è la vera famiglia in cui si svolge la vita di tutti i giorni. Fra le sue funzioni in questo campo c'è anche quella di procurare spazi liberi per la formazione, specialmente a quei frati che sono eccessivamente occupati. Nella fraternità poi ruolo decisivo per la formazione permanente spetta al responsabile locale: egli è il vero animatore e gran parte del successo o dell'insuccesso in questo settore dipende da lui138.
Esistono poi «mezzi straordinari», cioè iniziative nuove o rinnovate di formazione permanente. Senza pretendere di essere esaurienti si possono ricordare:
- da parte dell'Ordine: oltre l'opera di animazione del ministro generale e del suo definitorio, il segretariato generale della formazione deve assumersi l'impegno di segnalare idee ed esperienze, di informare, di favorire lo scambio di personale, di sensibilizzare; deve insomma divenire uno dei centri motori principali per la animazione dell'Ordine. Si potrebbero inoltre creare altri centri nelle varie aree e utilizzare maggiormente quelli già esistenti (Istituto Storico, Istituto Francescano di Spiritualità...);
- da parte delle Conferenze: creazione di centri di animazione, di corsi di aggiornamento, di incontri, scambio di personale...;
- da parte della provincia che è la responsabile diretta della formazione in genere e della formazione permanente: oltre l'opera del ministro provinciale e del suo definitorio, deve assumere particolare funzione il segretariato per la formazione. La dove è possibile sarebbe bene creare anche un gruppo speciale per la formazione permanente, nel quale fossero possibilmente rappresentati i diversi settori di attività della provincia. Di grande importanza per la partecipazione alla vita e al cammino della provincia si sono rivelati i capitoli speciali «aperti» («capitoli delle stuoie»), ai quali cioè tutti i frati possono partecipare;
- varie altre iniziative possono essere suggerite, quali: l'istituzione di fraternità di preghiera e di contemplazione, di piccole fraternità e di fraternità di studio; la prassi dell'anno sabbatico e del mese sacerdotale; i corsi intensivi di aggiornamento; i seminari sulla nostra spiritualità; certi periodi di rinnovamento intensivo, come settimane di animazione, ritiri, esercizi spirituali... programmati per tutti i frati.
PIANI DI FORMAZIONE PERMANENTE
75 Come per la formazione iniziale, anche per la formazione permanente occorrerà elaborare un piano come strumento di lavoro e di verifica. In questo piano, partendo dalla situazione della fraternità (locale o provinciale), si stabiliscono gli obiettivi da raggiungere, i responsabili, il tempo e i passi concreti da compiere.
Il piano dovrà essere organico, dinamico e, per quanto possibile, completo. Organico, nel senso che formi un insieme coerente in se stesso e coerente anche con le anteriori tappe di formazione; dinamico, nel senso che tenga conto dello sviluppo della persona umana; completo, perché deve abbracciare le diverse dimensioni della formazione (intellettuale, affettiva, pratica...), dando priorità alla vita evangelica fraterna.
Per quanto il compito di tracciare tale piano sia proprio delle fraternità locali o provinciali, accenniamo qui ad un itinerario di massima:
- nel giorno: meditazione, celebrazione delle ore, Eucaristia, parola di Dio, convivenza fraterna;
- nel mese: capitolo locale, ritiro mensile, altri incontri;
- nell'anno: anno liturgico, esercizi spirituali, incontri di aggiornamento, altre iniziative;
- almeno ogni dieci anni (tenendo conto delle diverse fasi della vita e dei periodi di transizione «midlife crisis»): anno sabbatico, cicli più lunghi di preghiera, cicli più lunghi di aggiornamento.
MOMENTI PARTICOLARI PER LA FORMAZIONE PERMANENTE
76 Si può inoltre dire che, pur dovendosi trascorrere la vita intera in formazione permanente, tuttavia determinati periodi sono particolarmente indicati per un impegno più intenso e più fruttuoso. Tra essi si possono ricordare: i primi anni dopo la professione solenne o l'ordinazione sacerdotale, in modo da aiutare i giovani confratelli ad inserirsi nella vita comunitaria e nel contesto provinciale e socio-ecclesiale; qualora insorgesse una crisi nella vocazione, allo scopo di approfondire e consolidare la propria vita religiosa; nel caso di difficile adattamento a nuove situazioni di vita e di lavoro, ecc.
LA SITUAZIONE
77 Per assicurare l'impegno formativo l'Ordine deve poter disporre di fattori realmente rispondenti alle esigenze specifiche del proprio carisma. Ciò è tanto più importante dal momento che si avverte il rischio di un certo livellamento nella vita religiosa139.
Da uno sguardo alla situazione dell'Ordine si deduce che non ovunque è stato chiaramente recepito il principio secondo il quale tutti i frati debbono sentirsi congenialmente formatori a livello di fraternità locale, provinciale e generale. Non di rado si osservano fraternità il cui stile di vita è incompatibile con un impegno serio di formazione. In taluni casi è la vita reale della stessa provincia che contrasta con l'indirizzo formativo.
Tuttavia emergono elementi che danno fondata speranza. I superiori sono più impegnati in un ministero ad intra che privilegia il campo della formazione; si fondano nuove fraternità di accoglienza composte di fratelli che sentono particolarmente la responsabilità educativa; cresce il dialogo e ci si avvale di metodi positivi nel rapporto formativo; i candidati in genere sono più aperti e coinvolti.
L'INIZIATIVA DIVINA
78 L'operatore della formazione per eccellenza è lo Spirito Santo, presente e vivificante nei formatori e nei formandi. Sua è l'iniziativa; è Lui che chiama, ispira e consacra al Padre in conformità all'immagine del Figlio. Il candidato deve rispondere assecondando la «sua santa operazione» (Rb 10), mediante l'accoglienza di Cristo-Maestro, modello di vita per i singoli e per la fraternità, e sospinto dall'amore filiale alla Vergine Maria madre di Dio, «la cui vita è regola di condotta per tutti» (PC 25). Va sottolineata a questo riguardo l'importanza della preghiera e della direzione spirituale che aiuta all'ascolto, al discernimento e all'adempimento della volontà di Dio nella vita fraterna140.
I FORMANDI
79 Sul piano della corrispondenza, la formazione esige la collaborazione attiva dei formandi, quali principali artefici e responsabili della propria crescita. Debbono essere compresi, rispettati ed amati nei loro valori spirituali e culturali è più ancora nelle loro peculiarità uniche ed irrepetibili che evidenziano il primato della persona. Così saranno meglio aiutati nel perfezionamento del loro equilibrio psichico, nella loro maturazione affettiva per un più cosciente e convinto orientamento alla nostra vita in fraternità. È ovvio che i candidati debbano possedere quelle qualità e disposizioni che sono ritenute indispensabili per far parte del nostro Ordine.
LA FRATERNITÀ
80 Ogni fraternità è se stessa nella misura in cui assume coscienza di essere formatrice. Tutti vi si sentano formandi e formatori, aperti alle realtà culturali, ecclesiali e sociali, premurosi nel contempo di alimentare il raccoglimento religioso e il clima domestico. Nell'ambito della vita fraterna tenga il primo posto la preghiera, a cominciare da quella contemplativo-affettiva intesa come fonte di vita; e si valorizzino le qualità umane dei fratelli, quali ad esempio: l'autenticità, lo spirito di iniziativa e determinati momenti della vita nel loro significato personale141.
Nelle fraternità specificamente formative - prima fra tutte quella del noviziato - ogni altro impegno sia subordinato e coordinato con quello della formazione, sotto la guida di un primo responsabile. Si tengano frequenti riunioni di famiglia per concordare l'indirizzo della fraternità, la programmazione e le conseguenti verifiche; soprattutto per attuare la revisione di vita con franchezza di giudizio e carità costruttiva. È di grande importanza sapere accettare i fratelli come sono, rinunciando a pensare troppo come dovrebbero essere. Il senso vivo del perdono crea un clima di gioia evangelica nel cuore della fraternità.
Le fraternità che hanno il compito della formazione iniziale debbono essere costituite con criteri di normalità, in modo che i candidati non si sentano in seguito alienati dalla vita reale. Ciò non toglie che esse debbano avere efficacia stimolante nei confronti delle altre fraternità.
LA FRATERNITÀ PROVINCIALE
Perché le singole fraternità possano effettivamente riconoscersi in questo ruolo primario, debbono trarre ispirazione, stimolo e promozione dalla fraternità primigenia: quella provinciale. Il grado di fedeltà, di convinzione e di concretezza della fraternità provinciale ha ripercussioni immediate nella sicurezza e vitalità di ogni frate, come nella efficacia del lavoro pedagogico dei centri di formazione. Se una provincia non ha capacità di comporre autentiche fraternità formative si ponga seriamente il problema se può assumersi la responsabilità di accettare nuovi candidati.
I SUPERIORI
Se è vero che tutti debbono essere in certa misura formatori, rimane però indispensabile che alcuni fratelli vengano scelti in modo più responsabile e qualificato, incominciando dal ministro provinciale e dai superiori locali. Sono loro gli animatori e i coordinatori ordinari del processo formativo di tutti i fratelli.
FORMATORI QUALIFICATI
81 Si viene così a toccare l'urgente problema dei formatori qualificati. Essi debbono distinguersi per alcune qualità possedute con atteggiamento aperto e dinamico; e cioè: conducano una autentica vita di fede; abbiano forte speranza in Dio e nell'avvenire del mondo, della Chiesa e dell'Ordine; amino la vocazione francescana e siano convinti del valore della vita religiosa e capaci di lavorare in equipe, di animare la vita di fraternità, specialmente riguardo alla preghiera, al lavoro, al confronto. Avvertano il bisogno di un aggiornamento continuo e siano quindi favoriti nella specializzazione in materie psico-pedagogiche o comunque attinenti al compito formativo. Credano intimamente nella loro opera di formatori, attingendo a piene mani ai tanti modelli che continuamente consegnano alla storia il volto autentico del nostro Ordine.
È ovvio quindi che l'esigenza di formatori qualificati si apre a quella ancor più delicata di formare gli stessi formatori. È stato questo uno dei problemi più sentiti dal presente CPO.
COEFFICIENTI DI FORMAZIONE
82 Infine, come coefficiente della nostra formazione francescano-cappuccina, si da particolare rilievo al dinamismo delle chiese locali, alla famiglia, ai valori autentici della cultura e religiosità popolare. Da sottolineare il grande apporto di tutto il movimento francescano, a cominciare dalle sorelle claustrali e dall'OFS, che in reciprocità vitale con il primo Ordine ne condividono e promuovono lo spirito genuino.
SEGRETARIATI E INTERSCAMBI FORMATIVI
83 Si strutturino sempre meglio i segretariati, che favoriscano e promuovano incontri ad ampio respiro di studio, di informazione e di riflessione e l'interscambio di esperienze ai vari livelli: provinciali, interprovinciali, internazionali. Il metodo formativo si identifica, in definitiva, con la fraternità dell'Ordine.
Questa però, se da un lato deve attendere al superamento delle divisioni razziali e nazionalistiche, dall'altra si impegni a salvaguardare, anzi a promuovere, le ricchezze etniche e spirituali secondo i criteri di una saggia inculturazione. Occorre precisare ed articolare gli scopi pedagogici e gli itinerari pratici didattici di ogni tappa della formazione nella visione di tutto il processo educativo. Il metodo del dialogo e lo spirito di gruppo, in appoggio alle linee operative dei formatori, trovino intelligente spazio nella stesura dei programmi e nel vivo dell'animazione.
< Precedente |
Indice|
Successivo >
|
Pagine realizzate e gestite per i Frati minori cappuccini da fra Mario