Frati Minori Cappuccini
Provincia di S. Carlo Borromeo in Lombardia - It
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CAP. IV.

Si spiegano l'altre due maniere nelle quali l'orazione onora Iddio e si dichiara la prima domanda del Pater Noster.

S'abbiam detto che l'orazione onora Iddio, con quel che ella chiede, ciò subito si manifesta da quello che Cristo nostro Signore ci ha insegnato a domandare; perchè la prima delle sette domande è questa: «Sia santificato il nome tuo». Posta in vero avanti all'altre con tanta ragione, che ben si vede ciò esser fatto dal Figliuol di Dio, ch'è l'eterno Verbo e l'altissima ragione della mente paterna. Niuno chiederà mai ad altri cosa che ritorni a disonore a chi la concede, e molto meno a Dio, il qual dell'onor suo è cotanto zelante, che ciò che fa, il fa per quello; nè noi possiamo fargli cosa grata, se per primo motivo non abbiamo l'onor suo. Disonorerebbe Iddio chi, pregandolo, facesse più stima del proprio comodo che della gloria di sua divina Maestà; perchè ciò è far più caso di sè che di Dio; il che quanto l'offenda ed ingiuri è da sè chiaro.

È forza dunque per non disonorarlo, anteporre ad ogni cosa e all'utile nostro, l'onor di sua Maestà. Onde ad insegnarci questo, il nostro divin Maestro ha posto avanti a tutte l'altre la domanda del divino onore, e vuole che da questa, come da radice o tronco, escano i rami di tutte l'altre sei; perchè non per altro dobbiamo noi volere e pregare che venga il regno di Dio, che si faccia la volontà sua, che siamo sostentati nell'anima e nel corpo di conveniente cibo, che ci siano rimessi i debiti dei peccati, che non prevalgano contro di noi i nostri nemici e che dal male siamo liberati, se non perchè ne resti onorato Iddio, e si manifesti e si conosca la santità del nome suo. Onora dunque Iddio l'orazione con quello che ella chiede. E posto chè il modo del pregare sia conforme alla sostanza dell'orazione, anch'esso singolarmente magnifica la divina grandezza; perchè, pregando, adoriamo e riveriamo l'altezza della divina Maestà, essendo che già è ordinato costume d'inginocchiarsi, quando si prega, come protestando esternamente la divina grandezza e la nostra miseria. E perchè chi ben prega esercita spiritualmente quel che di fuori mostra negli atti corporali, ne segue che noi ci umiliamo interiormente a Dio riconoscendolo per nostro creatore, conservatore, redentore e, per tutti i rispetti, benefattore; confessando noi esser sue vilissime creature ed indegni servi.

E questo esalta Iddio; perchè dice il Sapiente: «Grande è la potenza di Dio solo, ed è dagli umili onorato». Per questo, ben a proposito, è l'orazione collocata nel numero delle virtù pertinenti al culto di Dio, chiamato latria, le quali singolarmente si occupano in onorar Iddio. Non era dunque dovere, che fosse dalle scritture sante molto magnificata questa virtù, che tanto magnifica l'autore di quelle? Questo è il suo primo frutto. L'altro è l'acquisto delle virtù, il quale parimente richiedeva che di lei si trattasse molto e con singolar modo.
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