Quattro cagioni principali per le quali l'orazione è
molto raccomandata.
Volendo dunque dar principio al mio dire, comincerò a studiare ciò che muove gli animi
nostri a fare orazione; onde scoprirne il fine suo. Dico che nelle scritture sacre ed altri santi libri
è tanto magnificata questa virtù dell'orazione, che appena se ne troverà un'altra (non parlo delle
teologiche), cotanto lodata ed esaltata, come nel santo Evangelio appare, ove tante volte ed in
tante maniere di quella si ragiona. E questo parmi fatto con grandissima ragione, per due rispetti:
uno dei quali è l'eccellenza di questa nobilissima e potentissima virtù, per la quale merita che si
esalti sempre con lodi, e con gran forza si persuada alla mente umana cui è proprio il proseguire
le onorate imprese.
L'altro è la necessità estrema che tutti abbiamo di questo sufficientissimo e singularissimo
rimedio contra tutti i nostri mali, ordinato dalla divina pietà per soccorso d'ogni nostro bisogno.
E volendo mirare all'eccellenza di questa virtù, non abbiamo già da riporla nel grado supremo
della virtù, il che s'aspetta solo alle divine, ossia alle virtù teologiche, ma fra quelle del grado
secondo, che sono le morali o cardinali, nel qual grado essa è ben ornata di singolare dignità e
supremo valore.
Questo si vede attendendo a due frutti principali da lei nascenti, che sono l'onor di Dio e
l'acquisto delle virtù sante; perchè l'orazione singolarmente onora la Maestà Divina ed è il mezzo
più commodo e facile per ornar l'anima dello splendore delle virtù sante. E qual cosa può esser
piu onorata che quella, onde nascono effetti e frutti tanto nobili ed onorati? Iddio dice ch'egli
onorera chi lo onora; dunque se la virtù onora Iddio, ella è da lui molto onorata. E non può
essere mezzo se non molto onorevole, quello col quale a Dio si fa onore. E perchè l'orazione fa
questo singolarmente, per ciò ella è in se stessa molto gloriosa, poichè il vero onore nasce dalla
virtù, come da sua vera e propria radice.
E tutto quello che da lei non viene è falso, vano e breve: onde bisogna che l'origine della
virtù sia anch'essa di grande e vero onore, poichè da lei viene la virtù, madre del vero valore.
Questa origine è la santa orazione; con gran ragione dunque ella come cosa onoratissima e
degnissima è tanto lodata ed esaltata.
L'altro rispetto e ragione di ciò, abbiamo detto esser il nostro bisogno; perchè veramente
noi abbiamo grande bisogno che l'orazione ci sia molto lodata ed esortata. E questo per due
cagioni: l'una delle quali è la grande necessità che abbiamo di lei, l'altra il gran mancamento che
facciamo verso di lei.
Sia per l'una come per l'altra causa conveniva che ci fosse persuasa l'orazione; perchè
Iddio ci stimola a quello che ci giova, ed a quello, che pure noi poco stimiamo, ma che ci è utile.
Poichè dunque l'orazione è molto utile, e n'abbiamo estrema necessità, e intorno ad essa
siamo difettosi, freddi ed oziosi, era conveniente che con magnificarla fosse posta in credito, e
con esortarcela fosse verso di lei eccitato il nostro affetto; onde al fine venissimo ad esercitarla.
Così appare il fine delle lodi ed esortazioni fatte a questa santa virtù. Resta il proseguire a
considerare ciascuno di questi punti, dimostrando come l'orazione ottenga i due effetti di onorar
Iddio ed acquistare le virtù, e come noi ne abbiamo il suddetto bisogno.