Arsenio
da Trigolo, Pensieri sparsi
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Quando ti pare di trovarti fuor dal solito in[14]disposto e vedi
che il demonio o la fantasia cerca subito disturbarti col suggerirti cosa
sinistra come: che farai se ti ammali e poi… etc., etc. per stroncar tutto
offriti generosamente tutto al Signore, e la tua sanità, e il tuo
corpo, anima, tutto: o Signore, voi siete il mio padrone, e padrone assoluto
di tutto me stesso, fate di me come meglio vi piace; fate che si compia
in me perfettamente la vostra volontà, solo che vi ami ora e sempre
e in qualunque infermità voi mi vorrete, questo mi basta.
Predicando al popolo esercizi, o missioni, dopo la predica del peccato,
non tralasciare mai di parlare della necessità di custodire i sensi,
porte dei peccati, ma specialmente occhi, lingua, orecchi, facendo vedere
con esempi e [15] paragoni i gravi mali che ci provengono e a noi
e ai prossimi nostri dal non custodire queste tre porte dei peccati. Proporre
di non voler più peccare nel cuore, senza proporre di chiudere le
porte da cui ci entrano, è un proporre inutilmente, è come
chi è stato di notte derubato in casa, e proponesse non volersi
più lasciar derubare, e insieme lasciasse ancor tutte le porte aperte,
ed egli se ne dormisse tranquillamente. È un voler il fine e non
i mezzi al fine, il che è non voler il fine; e non si creda che
il custodire gli occhi, lingua, orecchie sian cose solo da religiosi e
suore, no, sono per chiunque vuol e deve vivere senza peccati. Giobbe fece
patto cogli occhi suoi di non pensare neppure ad una vergine; Davide, guardò
e peccò; Eva guarda e ascolta e pecca etc. [16] Inoltre la
lingua si deve custodire anche per precetto divino che proibisce il bestemmiare,
mormorare, calunniare, etc. Inoltre dice dell'occhio che: "Si scandalizat
te (se ti è di danno) erue [eum] et projice abs te [Mt 5,29], etc.
E su questi sensi fermarsi un poco. E si potrebbe fare una predica su ciascuno
di questi sensi, non tralasciando neppure l'olfatto, perché i profumi
indicano anime molli, e forse anche già guaste. I cuochi nel preparare
certe carni e vivande che già puzzano cercano confondere e soffocare
quella puzza con aromi.
Arsenio, in qualunque disturbo, sia che venga dal demonio, dalla fantasia,
carne, delicatezza, etc., troverai subito pace e tranquillità se
farai subito e coraggiosamente un atto di donazione di tutto te stesso
al Signore, dicendogli che compia in [17] tutto in te la sua santa
volontà, purché ti dia il suo santo amore da poterlo servir
sempre in ogni cosa.
Arsenio, mettiti davanti a Gesù Crocifisso e con tutta umiltà pregalo a volerti parlare e rispondere alle tue domande.
Domandagli da prima: Gesù perché quella corona di spine così calcata sul vostro capo? Senti che ti risponde: Arsenio, è per cagion tua, tu me l'hai confitta fin dentro il cervello co' tuoi cattivi pensieri, co' tuoi giudizi temerari, di superbia, di vanità, d'amor proprio; tutti i tuoi peccati di pensiero mi calcarono sul capo questa corona dolorosissima.
E qui pentiti di cuore di tutti i tuoi peccati di pensiero, domandagli perdono di tutto cuore. E poi digli: Gesù, permettetemi che ora ve la cavi; e come? Io vi prometto [18] di non dar più ascolto a nessun pensiero cattivo, e appena mi accorgerò d'averne, tosto li scaccerò da me, ricorrendo subito al vostro santo aiuto, e della Madre vostra SS. Ma io voglio anche medicare, rimarginare questi fori così crudeli: ecco mio, Gesù, io con la vostra grazia procurerò di coltivare sempre buoni pensieri, pensando spesso alla vostra passione, ai grandi benefici che mi avete fatto, alla vostra infinita bontà e misericordia usata verso di me, e insieme alla mia crudele ingratitudine e durezza e crudeltà usata verso di voi, incoronandovi in tal modo di sì crudelissime spine, e mi umilierò in me stesso e considererò sempre come di tutto il più indegno, onde così diportarmi con tutti con grande carità [19] ed umiltà, stimandoli tutti migliori di me.
O caro Gesù, perché avete permesso che vi fosse così crudelmente squarciato il vostro cuore? Arsenio, per farti comprendere quanto grave ferita di dolore producevano al mio i tuoi affetti cattivi, i tuoi desideri cattivi, tutti i tuoi peccati che volontariamente hai commesso, e il tuo amore disordinato alle creature. L'ho permesso anche per farti conoscere il grande, infinito amore che ti porto e che fin dall'eternità ti ho sempre portato; perciò ho voluto anche questo cuore tutto sacrificarlo per te; ho permesso che fosse aperto acciocché tu comprenda che io desidero grandemente che tu vi entri. Oh! Sapessi quanto è grande il desiderio che io [ho] che tutti gli uomini entrino nel mio cuore, perciò ho per[20]messo che nel mio corpo la ferita più grande fosse fatta al mio cuore, che una lancia lo squarciasse passandolo da parte a parte, sì che potessi ottenere che tutti, tutti gli uomini, entrassero nel mio amore. Per nulla conterrei tutti i miei patimenti: il mio unico desiderio è che tutti si salvino, ma per questo è necessario che tutti entrino nel mio cuore, nel mio amore, come nell'arca del mio Noè, figura del mio cuore in cui si salvano tutti coloro che in esso si rinchiudono durante il diluvio della vita in questo mondo.
Oh! Mio Signore, caro Gesù, voi sapete quanto è grande il mio desiderio d'esser tutto inebriato dal vostro amore, da che tanto ancor voi lo desiderate, inebriatemi, fate che sia tutto vostro; rinchiudetemi nel vostro cuore e fate che niuna cosa più mi separi da voi.
[21] Caro Gesù, perché avete gli occhi così rovinati dalle spine che vi penetrano fino ad essi, perché così intrisi di sangue? Perché avete permesso in voi tale crudeltà?
Arsenio, l'ho fatto, anzi tu stesso me li hai conciati così co' tuoi sguardi cattivi, tu ne fosti la cagione, e per cancellare tue immortificazioni di occhi, il tuo abuso degli occhi in guardare e mirare oggetti peccaminosi ho permesso che i miei [fossero] così tormentati per contrapporli ai diletti illeciti che tu ti sei preso con essi. Oh! Se sapessi, Arsenio, il grave dispiacere che mi hai recato e che mi rechi ogni qualvolta abusi di questo mio dono, la vista, certo che staresti ben più attento a custodire gli occhi. Offendendomi tu cogli occhi è come mi offendessi con tutto te stesso, perché con essi tu lasci entrare i miei nemi[ci], e in quel [22] cuore, in quella mente ova dovrei regnare solo io, spadroneggiano essi e fanno scempio dell'anima tua, per cui conquistare, io ho sparso tutto il mio sangue. Tutte le mie più grandi pene che soffro pe' tuoi peccati sempre hanno origine da' tuoi occhi non custoditi.
Mio caro Redentore, quanto voi mi dite è proprio tutto vero, che se avessi custodito queste due porte, certo non vi avrei sì tanto offeso. Ma deh! O mio Signore Gesù, io ora comprendo il gran male, i gravi dolori a voi recati; io desidero ripararvi acciò non vi offenda più per l'avvenire. Io desidero proprio d'ora innanzi di custodirle, ed espiare così come potrò, col vostro aiuto, il mio passato non solo col non guardare né mirar più cose illecite, ma mi studierò ancora di mortificarmi nelle [23] lecite.
Mio Gesù, io vi veggo qui tutto sputacchiato il volto, strappata la barba ed i capelli; a che, mio Gesù, avete permesso in voi tali cose?
Arsenio, per cancellare le tue vanità, le tue cure di comparire o fare bella mostra col volto e capelli e barba, per la tua superbia e altezzosità; a tutti i tuoi peccati ho contrapposto le mie pene e con tutte le parti e membra con cui tu mi hai offeso, con queste stesse, patendo io in esse, ho cancellato le tue colpe e offese che con esse mi hai fatto.
Ma dove, o mio Gesù, troverò io chi più di voi mi amò!! Poiché io so che voi tutto quanto avete per me sofferto, per liberar me dalle atrocissime pene dell'inferno che con esse, oltre l'offender voi, mi era meritato. Dove trovare persona di voi più amabile, a cui io dovrei essere sempre eternamente riconoscente, amandovi con [24] tutto il mio cuore, con tutte le mie forze, con tutto me stesso, voi che da me sì crudelmente offeso e meritevole perciò dei giusti e terribili castighi, voi prima ancora che io ve ne domando voi me l'otteneste dal vostro divin Padre e voi soffrite e penate per me per liberarmi dall'inferno da me meritato. O caro mio Gesù, fate che questo mio cuore sia tutto vostro, che io non ami che voi, poiché a voi solo, e alla vostra SS. [Madre], qui Addolorato, io sono debitore, se ancor vivo, e se non sono già stato cacciato all'inferno, come più e più volte mi sono meritato. Ma non solo voi avete tanto patito per liberarmi dall'inferno, ma sopra tutto per ridonarmi il Paradiso, per aver me seco voi a godere eternamente presso il vostro Divin Padre. E chi son io, o mio Gesù, che voi tanto mi stimiate, e credete bene speso tutto il vostro preziosissimo sangue pur di salvare quest'a[25]nima mia. Apritemi voi gli occhi dello spirito che comprenda profondamente tale verità.
Oh! Mio Gesù, se io avessi sempre avuto presente la preziosità dell'anima ai vostri occhi, oh! Certo che non avrei tanto affic[c]ato(1) per perderla. Mio Gesù, stampate nel mio cuore al vivo questa verità: che porto in me una cosa preziosa quanto voi, l'anima mia. Fate che lo comprenda bene che essa è vostra figlia uscita dalle vostre mani, fra tutte le creature in terra, la più preziosa, acciocché io l'anteponga a tutte e non faccia mai schiava di nessuna, che comprenda che essa è la regina di queste e che devo solo usarne per servir voi.
Oh! Mi manteneste sempre vive davanti ai miei occhi queste
verità, certo che allora vi amerei, e sempre, facendo sempre in
tutto la vostra SS. Volontà, e facendola sempre per dar seguito
a voi che tanto mi avete sempre fin dall'eternità amato, charitate
pepetua dilexit te [Ger 31,3], siete voi che me lo dite, e lo credo.
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1. Afficcare significa: conficcare,
fissare, imprimere fortemente, anche nel senso figurato.