Arsenio
da Trigolo, Pensieri sparsi
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[42r foglio volante]
Nel fare il discorso di un martire, dapprima si narra la vita. Dopo si fa risaltare la sua gran fede viva in Dio per cui amore riceve il martirio. Poi si fa notare la sua costanza nel sostenere le pene, i tormenti.
Quindi l'applicazione a noi:
Necessità che la nostra fede sia viva onde poter riconoscere, in tutte le nostre croci e traversie, la volontà di Dio che permette, o vuole direttamente.
Quindi la giusta necessità di sopportarle paziente[mente], come ci dà esempio il santo di cui oggi celebriamo la festa.
E da questa riconoscenza della volontà di Dio in tutte le nostre croci, e dal sottomettersi a portarle, se non volentieri almeno pazientemente - ne risulta la nostra conformità alla volontà di Dio, nel che è riposta la nostra cristiana perfezione.
[42v bianco]
Riprende APCL, P 391/26/33
[5]
Dapprima dimostrare con una descrizione quanto è bello il possedere quella virtù; [6] per esempio, volendo parlare della necessità della concordia nella famiglia (mediante l'obbedienza e soggezione dei sudditi al capo), descrivere l'ordine, la pace che regna in una famiglia ove i figli sono obbedienti al padre e alla madre e questa soggetta al marito, e loro due poi modelli di virtù ai figli in tutto, e nella pratica delle cose di religione, messa e dottrina e vangelo ogni domenica, ove conducono seco e i figli e le figlie, rosario alla sera, etc.; carità tra loro due in sopportarsi a vicenda ne' lor difetti. I figli così ammaestrati dal buon esempio, li rispettano, obbediscono etc., il Signore perciò li ricolma di sue benedizioni e spirituali e corporali e se dà loro qualche croce, dà loro anche virtù, pazienza di sopportarle in pace e così farsi nuovi meriti. Oh! Che paradiso in quella famiglia, tutti vorreste appartenere ad essa etc. etc.: ma per questo [7] è necessaria la pratica della virtù e primo dell'umiltà, e obbedienza etc. etc. e così venire a dimostrare la necessità di queste e quelle virtù, e poi far vedere come senza di esse non si può salvarsi, e così farsi strada ad una buona esortazione e perorazione per la pratica di esse.
Alle volte invece gioverà far vedere da principio i gravi mali
e disgrazie che producono i peccati, la mala vita, i vizi, per poi indurre
a detestarli, e quindi proporre poi i mezzi per evitarli e facendo poi
vedere per l'opposto il gran bene e contento che proveranno nell'uso delle
virtù opposte, e quindi farsi via ad una buona esortazione per la
pratica di essa virtù. Gioverà sempre qualche esempio o fatto
storico, e se è recente meglio, per muoverli facilmente alla pratica.
[8] 26 7bre 1902
Un piccolo sermoncino di Gesù al mio cuore per muovermi a seguirlo.
Ego sum via, veritas et vita [Gv 14,6]: io solo sono la via al paradiso, io solo che ti insegno la vita, io solo ti posso far felice, ma: qui vult venire post me abnegat semetipsum, tollat crucem suam e sequatur me [cfr. Mt 16,24; Lc 9,23]: chi vuol però venire dietro a me bisogna rinneghi se stesso, il suo amor proprio, il suo amor sensuale (soddisfazione dei propri sensi) e il suo amor carnale (l'amor disordinato alle creature) e l'amor mondano (piaceri, onori, ricchezze, propria stima, fama etc.) e prenda la sua croce (le avversità e contrarietà che nella vita ogni giorno accadono) e mi segua (cioè porti le sue croci con [9] pazienza per amor mio, come egli portò volentieri la sua al Calvario per amor nostro).
Qui sequiturs me non ambulat in tenebris, sed habebit lumen vitae [Gv 8,12]. Chi cammina dietro a Gesù, non cammina nell'incerto, ma va diritto alla vita eterna.
Ripeti spesso a te stesso queste tre sentenze di Gesù Cristo e ne caverai sempre gran frutto per la tua perfezione qui in terra, per poi godere Iddio perfettamente in Paradiso.
E poi ascolta ancora questa del tuo Gesù: Disce a me, quia mitis
sum et humilis corde [cfr. Mt 11,29]. Impara da me che sono mansueto ed
umile di cuore: ecco che cosa desidera e vuole da te il Signore: che sii
mansueto ed umile, ma proprio di cuore non solo di parole o esternamente,
ma di cuore; e vorrai tu negare a Gesù questa cosa dopo che ti ha
tanto ricolmato continuamente di tanti benefici e grazie singolari, invece
dei castighi che giustamente meritavi? Sii dunque generoso con Gesù.
[10] Modo di giovare
al popolo perché ascolti bene
(per quanto si può) la messa alla festa.
Non sarebbe buona cosa inculcare che mentre tutto il popolo sta a Messa
alla festa si reciti, per esempio, una terza parte di rosario in comune?
così almeno quelli che ne starebbero colà muti, reciterebbero
qualche preghiera, avendo propizia l'occasione, ovvero anche leggere qualche
buona meditazione.
5 ottobre [1902]
Arsenio, tu domandi, domandi al Signore e alla Vergine SS. che ti dia
il suo amore tenero e ti ottenga l'amore ardente di Gesù, ma prima
bisogna che ti sforzi a prepararle un cuor adatto, e questo colla mortificazione
de' tuoi sensi, volontà, affetto, intelletto, e questo lo puoi colla
grazia del Signore; dopo che avrai fatto questo, allora la Vergine sarà
quasi invitata realmente, e sollecitata a venire a te e condurre seco il
suo Gesù, ma tu devi apparecchiargli il cuore.
Arsenio, mira Gesù nella sua passione: mentre Egli è la
stessa santità, pure perché ha preso sopra di sé i
peccati nostri, miralo come si diporta da umile, da paziente, da abbietto,
da vile degno d'ogni disprezzo, e come tutti li sopporta come se li avesse
proprio meritati, tace sempre, non si difende mai, non si scusa in nulla,
non ricusa nessuna pena, obbrobrio, disprezzo, riconoscendosi quasi, nel
vederlo, meritevole di tutto: e tutto questo perché? Per insegnare
a te come devi comportarti in simili circostanze. Tu te le hai tutte veramente
meritate proprio davvero: Gesù per te le ha scontate che era la
stessa innocenza, ma nello scontarle, volle anche insegnarti come anche
tu, da parte [tua], dovrai applicarti i suoi meriti, col sopportare pazientemente
quanto ti avverrà [12] di croci e umiliazioni, poiché
tu veramente le meriti.
Comprendi un poco, o Arsenio, il gran mistero che sei, chiedi al Signore
la S. umiltà, e poi non vorresti le umiliazioni: che stramberia,
che irragionevolezza è questa tua! Vorresti il fine e non i mezzi.
I mezzi per acquistare l'umiltà sono le umiliazioni ed è
mediante la ripetizione di queste che si forma poi l'abito, la virtù
dell'umiltà e così di tutte le altre virtù morali.
È come fare un abito: ci vuole la stoffa e i punti; la stoffa può
essere la volontà ossia anche la virtù isolata, i punti la
formano al tuo dosso.
Questa fu l'ultima parola di Gesù Cristo: Ho compiuto tutto ciò che il Padre mi ha commesso e che fu di me predetto. Potresti anche tu ripetere [13] ogni sera: oggi ho fatto proprio tutto ciò che volle da me il Signore, ho adempito bene ogni mio dovere, ogni mia regola: con qual soddisfazione potrai poi ripeterlo in fin del noviziato: ecco ho compiuto tutto bene, ho sempre operato bene ogni mia regola, mi sono sempre mortificato in tutto. Opera e fa in modo da poterlo ripetere, incomincia subito ora. E vedendo quanto Gesù si è affaticato, sacrificato, consumato per te, per insegnarti la via della salute e della perfezione e per cancellare i tuoi peccati, anche tu non lasciarti punto rincrescere di tutto sacrificare, e tutto sacrificarti per seguirlo nella via della perfezione, e tutto sopportare volentieri per cancellare i tuoi peccati.