Arsenio da Trigolo, Pensieri sparsi 

[1] Alcuni buoni pensieri



Nelle varie circostanze fa spesso uso di queste tre massime, come di tre potenti aiuti.

1. "Qui vult venire post me abneget semetipsum, tollat crucem suam et sequatur me" [cfr. Mt 16,24; Lc 9,23]. Questa massima ti sarà di molto aiuto in certe obbedienze dure, in certi incontri disgustosi, contrarietà, contrattempi, contraggeni, etc. di cui la nostra vita è piena; croci ne avrai sempre e ricordati che questa sentenza è uscita dalla bocca stessa di Gesù Cristo: Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, il suo amor proprio, comodità etc.; e prenda la sua croce, cioè tutto ciò che gli avverrà di contrario; e mi segua. Vedi come Lui porta volentieri la croce al Calvario, senza lamenti, anche tu cerca di fare volentieri e con piacere tutte quelle cose che [2] formano croce: tutte le regole, le penitenze, austerità etc., farle proprio con amore. Guarda il tuo Gesù che non vuol quasi esser compatito dalle pie donne mentre va al Calvario. Non vogliate piangere su di me, ma sopra di voi e dei figli vostri, perché la croce per me è un onore, colla croce redimerò il mondo, dalla croce salirò al Paradiso, e così sarà anche a te la croce ben sopportata, ti condurrà sicuro al Paradiso, poiché la croce è la via regia del Paradiso.

Dunque non lasciarti mai rincrescere di sottometterti volentieri a tutte le regole, penitenze etc. pensando che quanto patì Gesù Cristo per te, lo dovevi patire tu, essendo tuoi i peccati, e invece volle soffrir Lui. Quanto dunque [devi] fare anche tu per Lui e per te stesso, poiché queste ti condurranno certo al Paradiso, per il qual fine sei religioso.

2. Ama nesciri et pro nihilo reputari: ama di essere dimenticato, e reputato da nulla e questa sentenza ti sarà tanto balsamo nelle umiliazioni, posposizioni, in certi torti e [3] noncuranze, di cui la nostra vita è sempre seminata, e se non vi sono reali, ce li crea la fantasia, la superbia, l'amor proprio, la stima di se stesso. E per poter amare di essere dimenticato e stimato da nulla, ti è molto necessario tenerti sempre davanti agli occhi per quello che sei davanti a Dio, oggetto di vituperio, di disprezzo; sei stato crocefissore di Gesù Cristo coi tuoi peccati, traditore di Gesù Cristo, tizzone d'inferno, e tutto quel mai di peggio che tu ti puoi immaginare, non arriverai a capire a sufficienza la tua malizia, depravità, per cui non ti meriti che ti dispregi.

3. Ad quid venisti ad religionem: a che sei tu venuto religioso? quanto ti gioverà ricordarti spesso del fine per cui sei venuto alla religione, specialmente quando ti trovi come abbattuto per umiliazioni, [4] per uffici umili e bassi, nelle difficoltà della vita religiosa: giova sempre richiamarsi al fine per scuoterti e andar innanzi e con questa massima misurare ogni giorno quello che hai fatto per raggiungere il tuo fine cioè quanto cammino hai fatto nella perfezione, e vedrai che ti troverai sempre molto indietro di quello che avresti dovuto fare, e quindi da ciò pigliar nuova lena per spingerti un poco innanzi. Non ti passi giorno senza un riflesso al quid venisti e seriamente.
 
 

[Come fare un panegirico]





Dovendo fare qual[che] panegirico di un santo, non perderti tanto in belle frasi che fan prurito alle orecchie dei dilettanti di lettere e nulla più, ma invece più che panegirico sia sermone: nella prima parte si espone la vita del santo, specialmente far risaltare quelle virtù sue che sono [5] più adatte alla pratica per l'uditorio, e poi nella seconda venire a inculcare la pratica di esse in modo però che sia veramente praticabile secondo la loro condizione e non superiore, né fantas[ti]cherie e utopie inutili. Si fa vedere del santo la parte ammirabile e la parte imitabile. E parlando delle virtù da praticarsi far dapprima vedere la loro bellezza, la loro utilità (la pace e la tranquillità che recano all'anima), poi la loro necessità se vogliamo salvarci, poiché senza virtù non si va in paradiso, specialmente quelle richieste dal proprio stato: umiltà, obbedienza (a Dio e superiori), carità verso il prossimo (sono virtù fondamentali).

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