LA CHIESA DI SANTO STEFANO

 

 

La chiesa parrocchiale è posta nel centro del paese accanto alla piccola chiesa di San Domenico, il palazzetto neoclassico  (una volta sede comunale) e villa Clerici.

 

Viene citata per la prima volta in un documento  del 1190. Verso la fine del '400 la chiesa subì un consistente ampliamento (oggi rimangono il presbiterio e l'abside) e fu costruito un nuovo altare addossato all'abside; tra la fine del '500 ed i primi decenni del seicento vi furono modifiche ed ampliamenti della chiesa a seguito delle direttive del Concilio di Trento (1545-1563). L'ultima modifica risale al 1886: la chiesa fu allungata e si realizzò una nuova facciata. Attualmente si raggiunge Santo Stefano con una scalinata. La facciata è divisa in due livelli a bugnato liscio" il primo, a lesene decorate con motivi ornamentali il secondo; al centro del timpano è posta una finestra circolare in cui è inserita una croce pomata.

Fra l'abside e il campanile si trova la vecchia sagrestia.

 

All'interno sia sul lato destro che sul sinistro sono disposte quattro cappelle con statue, affreschi, fregi, dipinti. Sul lato sinistro vi è la cappella di Santa Rita, quella del Crocifisso con le reliquie di Santa Candida, la cappella della Madonna del Rosario e quella di san Giovanni Battista. A destra del presbitero una cappella dedicata a S. Lucia con la porticina che conduce alla sagrestia, la cappella dedicata a San Giuseppe, quella di San Carlo infine la cappella del Sacro Cuore. Tra la cappella di sinistra ed il presbitero è collocato un antico fonte battesimale. L'altare è del 1782,sullo sfondo un affresco seicentesco raffigurante il Cristo morto. Sull'arco del presbiterio è collocato un bellissimo gruppo ligneo datato XVI-XVII secolo.

 

Gli affreschi cinquecenteschi del presbitero raffigurano gli Evangelisti. Nell'abside in basso vi è la teoria degli Apostoli e nelle lunette i Dottori della Chiesa con l'Eterno. In una nicchia presso l'altare è rappresentato il "Matrimonio mistico di Santa Caterina", attribuito alla scuola di Aurelio Luini. L'altare maggiore in marmo venne realizzato nel 1782 dai Buzzi di Viggiù.

 

L'organo della chiesa parrocchiale è stato costruito da Gian Battista Biroldi, il padre dell'organaria varesina.Il contratto stipulato dal parroco Gianantonio Cattorino il 20 luglio 1762 afferma che lo strumento dovrà essere di otto piedi, con il Principale di stagno in facciata, altri 6 registri di Ripieno, Flauto in Ottava, Voce Umana e dieci canne di Contrabbasso. Dovrà avere la tastiera in noce rivestita in bosso ,tre mantici e somiere di noce a tiro; uno strumento  cioè impostato  sugli schemi tradizionali dell'epoca.

 

Nel 1781 e nel 1786 vennero fatte delle modifiche da dipendenti della ditta Biroldi . In seguito organari impreparati rovinarono lo strumento che fu però restaurato nel 1988 riconducendolo al suo originario splendore.