Ricordo di PADRE Adelio

Tratto da "Missionari del PIME"

 

 

Niente è più grande dell’amore di Dio e dell’amore per i nostri fratelli e sorelle.
So che Dio ha già perdonato i miei peccati.
Spero che anche voi mi perdoniate, e che vi ricordiate solo delle cose buone che Dio ha fatto attraverso di me.

 

 

Queste parole, dettate prima della sua morte, riassumono l’ideale dell’intensa vita di P. Adelio Lambertoni (nella foto), nato a Velate (Va) il 20 settembre 1939.  Fu un missionario generosissimo, ottimista, allegro, buono e umile. Come confratelli gli dobbiamo questa testimonianza.


Sentiamo la mancanza di Adelio in modo pungente, anche se la sua morte, avvenuta a soli 66 anni, non è stata affatto inaspettata. Era un animatore della nostra comunità, forse il leader più significativo ed ascoltato. La sua capacità di trascinare si vedeva nelle nostre attività e raduni, in particolare in ‘quelli del lunedì’, che hanno segnato a lungo la vita del Pime a Hong Kong, dove P. Lambertoni giunse il 20 ottobre del 1965.


P. Adelio fu in prima linea nel cercare, tra contrasti e difficoltà, ‘vie nuove’, lasciando al clero locale i principali uffici diocesani. Adelio non era un uomo di rottura: favoriva convergenze tra posizioni diverse; salvava la cordialità nei rapporti personali, e teneva ferma l’unità della comunità, di cui è stato consigliere e vice regionale.


Dal 1967 al 1974 fu viceparroco a Sai Kung, dove s’impegnò a favore dei diritti dei pescatori e dei diseredati, costruendo per loro due villaggi. Quando il parroco, P. Valeriano Fraccaro, fu brutalmente ucciso, Adelio, che forse era il vero obiettivo, fu richiamato per tre anni in Italia (a Gorizia).


Nel 1978 ebbe il coraggio di tornare a Hong Kong, dove riprese senza risparmio il suo impegno, che lo fece molto conoscere alla Chiesa e alla società di Hong Kong. Fu un influente leader di gruppi civili e del gruppo d’impegno sociale del Pime. Denunciò le politiche dell’amministrazione coloniale nei confronti dei baraccati, dei venditori ambulanti, della gente delle barche e dei vietnamiti.


Ma Adelio non era un attivista radicale: cercava il dialogo con tutti; alla moderazione aggiungeva un’esuberante carica umana, così da guadagnarsi amici ovunque. Con la sua personalità travolgente lasciava ovunque una profonda traccia di se, curava i rapporti con le persone, costruendo una vasta rete di belle amicizie. Bellissima quella con l’ultimo governatore di Hong Kong, Chris Patten.


Adelio ha costruito a Hong Kong una grande famiglia, accogliendo otto bambini orfani. Li ha educati, fatti studiare ed inseriti nella società. Non ha voluto morire senza vedere la sua opera completata, con il matrimonio dell’ultimo dei suoi ‘figli adottivi’, che hanno ricambiato l’affetto in modo commovente, assistendo Adelio con amore e dedizione davvero filiale.


P. Adelio, che aveva una fede attaccatagli addosso in modo profondo e sentito, fu innanzitutto missionario, prete e guida di comunità parrocchiali, attuando in pieno la tradizione missionaria del Pime: fondare Chiese locali e mature.


P. Adelio ha vissuto la grave malattia, iniziata nel 1995, con una serenità che non poteva che venire dalla fede. Consapevole dell’ora ormai vicina non ha fatto drammi: fino alla fine si interessava degli altri, sempre presente in parrocchia, in diocesi e al Pime. Poi si è affidato al Signore, dandoci una testimonianza d’offerta alla volontà di Dio che ci ha non solo edificato, ma persino sorpreso. È morto alle 4 e10 del 7 luglio, assistito dai ‘suoi figli’ e dal nostro superiore, P. Dino Doimo. Nelle ore precedenti fu vegliato, insieme ai confratelli, dai responsabili della diocesi e dal cardinale Giuseppe Zen, che gli continuava a parlare, a lungo e con affetto, in italiano.


L’ultima volta che l’ho visto accompagnavo P. Franco Mella. Adelio e Franco erano molto amici e compagni di ‘tante battaglie’. Quando entrò Franco, che non vedeva da molti mesi, Adelio fece un sorriso bellissimo, e gli chiese, se pur a fatica, delle sue ultime ‘proteste’. Ma prevalevano le cose non dette, sapevano che sarebbe stato il loro ultimo incontro. Prima di lasciarlo andare, Adelio chiese a Franco: preghiamo insieme. Dicemmo il Padre Nostro e l’Ave Maria. Adelio chiese ancora: dammi la benedizione. E Franco: no, dacci tu la tua. E Adelio ci benedisse, con voce debole ma chiara, accompagnata dal gesto della mano. Fu un momento di grande commozione, che non scorderò più.