Frati Minori Cappuccini Lombardia
CONVENTO DI BARBARANO DI SALÒ

SAN GIOVANNI EVANGELISTA

Salo' dall'alto

Indice del Documento

NOTIZIE STORICHE

FONDAZIONE DEL CONVENTO DI BARBARANO

Salo' facciata
«Il generale di tutte le armate di terra ferma della Repubblica Veneta, marchese Sforza Pallavicini, dopo aver edificato verso il fine del secolo XVI il celebre palazzo che or chiamasi Martinengo, il Pallavicini per primo fece istanze ai superiori per avere un convento di Cappuccini vicino al suo palazzo; egli offrì il fondo necessario aprì pei Cappuccini una comoda strada che conduce al lago, vi edifico un porto con una stanza a loro vantaggio, porto e stanza distrutti dal tempo ed ora vi ha chi vorrebbe chiudere anche la via. Il luogo é un chilometro ad oriente dalla città, vicino al predetto palazzo nella contrada Barbarano.
Barbarano é il nome di un fiumicello che fa girare parecchi molini, ma vuolsi che anticamente quivi fosse un comune a se; é certo però che ritrovaronsi molti indizi di romane abitazioni, lapidi, monumenti, ecc. E non sarebbe strano che é qui, ove a poca distanza dal lago fu sommerso il castello di Scovolo e del monte franato sotterrato Toscolano, dal monte, o dal fiume sia stato distrutto anche Barbarano.
Portale
Portale della Chiesa
A Barbarano già esisteva una chiesetta dedicata a S. Giovanni Evangelista la quale venne atterrata per innalzarvi l'attuale, semplice si, ma bella e spaziosa, con un piccolo convento».
«Siamo lieti di nominare tra i benefattori il Cardinale di S. Chiesa, l'illustre S. Carlo Borromeo, il quale nel 1580 trovandosi in sacra visita a Salò eccito il popolò con apposito decreto a somministrare elemosine per condurre a termine l'edificio. Il municipio di Salò ai 24 febbraio 1580 decreto la somma di L. 400 e di più donò la porta di marmo nero, già lavorata per la chiesa parrocchiale, di gotico disegno, scolpita a basso rilievo dallo scultore Iacopo Philippo a Brixia.
Ne devesi tacere la molta sollecitudine del P. Mattia Bellintani da Salò per condurre a termine e convento e Chiesa; questa era ornata di parecchie tele preziose che sparirono in tempo della soppressione Napoleonica».
«La consacrazione della Chiesa... é ricordata da una lapide posta in Chiesa sopra la porta (consacrata dal Vescovo Iacopo Rovellio di Salò il giorno 19 marzo 1585).
La devozione del popolo verso i religiosi era si grande, che i cittadini di Salò avrebbero voluto averli con se nel centro della città e nel 1625 ne fecero petizione al Capitolo Provinciale, ma non potè effettuarsi credo, per mancanza di opportuna località.
Affresco nel portale
I religiosi da parte loro corrisposero sempre a tanto amore, servendo la popolazione nelle cose spirituali, come orazioni, confessioni, messe, predicazioni nella parrocchia, ove assai spessa erano chiamati. Sopra ogni altra opera di carità merita memoria e memoria eterna quello spirito di fervore con cui sacrificarono se stessi nella pestilenza del 1630. Poiché Salò, nel 1576 rispettato dalla peste, nel 1630 venne da essa straziato in modo si spaventevole che in soli tre mesi trovaronsi mancate, 4.000 persone, gli ecclesiastici alcuni morti, altri fuggiti per lo spavento...
I due predicatori cappuccini Francesco da Darigo (contrada di Desenzano) e Lorenzo da Casaletto (cremasco) erano accorsi fin dal principio spontaneamente a somministrare gli estremi uffici ai colpiti, aiutare gli infermi, soccorrere gli abbandonati.
Quando il Santo Vescovo Marino Giorgi conobbe il misero stato di queste sue pecorelle, pregò i Cappuccini d'assumere la cura spirituale di tutta la città: allora come fosse accresciuto il debito, chiamarono dal convento altri confratelli e vi si applicarono con novello fervore. I documenti del tempo ci dicono solamente, e non é poco, che otto cappuccini si prestarono in Salo e vicinanze in sì eroico servizio e che uno fu preservato, quattro vennero crudelmente straziati dal morbo poi risanarono e tre vi lasciarono inesorabilmente la vita».
P. VALDEMIRO BONARI, I conventi ed i Cappuccini Bresciani. Memorie storiche (Milano 1891)

LA CHIESA

Salò facciata

La Chiesa é ad una sola navata, semplice ma bella, e secondo la povertà dell'Ordine.

Ha tre altari:

L'Altare Maggiore

Come consuetudine dell'architettura cappuccina gli altari erano lignei.

Dell'antico altare maggiore, dopo il primo adeguamento del post Concilio Vaticano II, si è conservata solo la pala centrale, con il tabernacolo barocco dorato. Sono andate perse le balaustre e l'altare centrale.

Nel 1999, la fraternità cappuccina, con il suo guardiano fra Riccardo Spini, ha deciso di fare un nuovo adeguamento che richiamasse lo stile ligneo. Dopo una laboriosa e ponderata valutazione si è approdati alla decisione di fare una sede davanti al resto del vecchio altare, che richiamasse lo stile; poi di collocare un nuovo altare e ambone fisso, sempre lignei, ma che si straccassero dall'antico stile, anche se lavorati ad intaglio. Il progetto dopo l'approvazione della fraternità e del Ministro provinciale, è stato affidato a fra Umberto Cuni Berzi, intagliatore e artista prima di entrare in convento.

Dopo circa 2 mesi di lavoro, 400 ore, presso il laboratorio di mobili, a Lentate sul Seveso, di Osvaldo Porro, cugino di fra Umberto, che ha donato sia il legno sia la possibilità per fra Umberto di lavorare con gli strumenti adatti, l'11 luglio del 1999, alla presenza del Vicario Provinciale, fra Eugenio Bollati si è inaugurato solennemente il nuovo adeguamento dell'altare maggiore.

Alcune note stilate in modo telegrafico sulla realizzazione dell'opera

La sede di presidenza del celebrante, è stata realizzata con il legno di noce della predella preesistente (nel rimuovere tale predella si è evidenziato l'antico e originale pavimento in cotto), Sugli schienali sia della presidenza sia delle panche dei concelebranti viene applicata la radica, e degli ornamenti dorati e anticati per intessere un armonico dialogo con il rimanente dell'antecedente altare e tabernacolo dorato. La sede presidenziale è sormontata da una cimasa con due angeli stile 700, e al centro la statua di Maria Santissima tutti lavori eseguiti a mano in stile barocco. anche i braccioli hanno reminescenze bibliche: draghi che richiamano all'Apocalisse. Inoltre sede presidenziale e scranni sono posti in semicerchio, in un ideale abbraccio alla mensa eucaristica, immagine di Cristo.

 

 

La Mensa eucaristica, ampia e spaziosa, a significare Cristo che si dona pienamente nel banchetto eucaristico, poggia su una base a croce latina, sintesi eucaristica del banchetto e della croce, composta da 32 piccole colonne con capitelli in stile corinzio intagliate a mano.

L'ambone, posto sulla destra dell'altare, ampio e spazioso a significare come è una mensa, accanto alla mensa eucaristica la mensa della Parola, poggia su 4 colonne in stile corinzio, a significare come la Parola di Dio è annunciata in tutto il mondo (i 4 punti cardinali).

Il tutto è realizzato in legno di tiglio slavo, senza utilizzare chiodi, o viti, ma realizzato con incastri.

Al lato dell'Ambone è posta la Croce, realizzata ricuperando parte di un antico porta cero pasquale, e un crocefisso del XVI secolo, davanti alla presidenza è posto un leggio mobile anche realizzato con lo stesso stile della base della croce, sormontato da un aquila dorata che dialoga con il tabernacolo dorato. Sempre sul lato destro dell'altare è stata realizzata un angoliera per sistemare calice e ampolline.

Sotto la pala dell'antico altare, al centro rifulge il tabernacolo dorato, in stile barocco, composto originalmente da diverse statuette, delle quali, poco prima della realizzazione di questi, lavori sono stati rubati i due angioletti che ornavano le cimase e sulla sinistra la statuetta di San Giovanni Evangelista. Rimane la piccola statua della maddalena sulla destra.

"Nella Pala si contempla la tela che rappresenta il Crocifisso Gesù con ai piedi della Croce l'Addolorata sua Madre, San Giovanni Evangelista, titolare di questa Chiesa, ai piedi del Crocifisso stà genoflessa la bella penitente di Palestina Maria Maddalena. Bella ne é la composizione ed é un felice lavoro, tra i migliori del pittore bresciano Francesco Paglia.

Tabernacolo legno dorato
 
 
 
 
 
 
Delle due Cappelle, la prima fu edificata dal Marchese Alessandro Pallavicini, quando soggiornava nel vicino Palazzo del Martinengo; la seconda contigua fu fabbricata a spese dell'Abate Alessandro Rovellio Salodiano (fratello di Mons. Giacomo Vescovo di Feltre, e sepolto all'altare d detta Chiesa). Vi si vedevano delle pregiate pitture, fra le quali quella di che abbiamo parlato avanti per commissione del Marchese Sforza con ritratto dei suoi figliuoli, é stata involata con altri quadri dei migliori, nel tempo della soppressione del Convento. Questo Convento fu fiorente di uomini illustri per scienze e santità e primo va annoverato il P. Mattia Bellintani da Salò, celebre predicatore de' suoi tempi, ammirato non solo nelle città d'Italia, ma in Francia ancora, dove acquistossi fama presso quella grande nazione, e fu stimato da tutta la famiglia reale, come rilevasi da alcune lettere del Re Enrico III scritte al P. Bellintani di propria mano.
Per tacer di molti altri ricorderò il famoso Frate Paolo Bellintani da Salò, fratello del sullodato fra Mattia, che fu Prefetto del Lazzaretto in Milano nella tremenda peste del 1630.
I suoi dialoghi danno a vedere di qual tempra fosse quel Cappuccino; egli il consolatore dell'umanità in quei tempi che il morbo pestilenziale mieteva tante vittime, egli in quella occasione divenne maggiore di se stesso, e scrisse altresì la storia di quella peste sì famosa."
da "Memorie storiche di Barbarano e del Palazzo Martinengo" 1864

ARTE

"Compianto del Cristo" (XVII sec.)

Salo' - Compianto di Cristo Il dipinto rappresenta il compianto del Cristo con la Vergine Maria al centro, sotto la Croce, che sorregge il corpo del Cristo morto.
Due Angeli ai lati, destro e sinistro, reggono rispettivamente la lancia con cui è stato trafitto il costato e la canna su cui poggia la spugna imbevuta di aceto. In basso a sinistra, S. Francesco d'Assisi rivestito dell'abito dei frati Cappuccini. L'inserzione della figura del Santo è probabilmente voluta dal committente.

Le condizioni del dipinto prima del restauro del 1996

Il pittore della pala dell'altare nella prima cappella di Sinistra, é Angelo Bertanza, che ha dipinto una deposizione con la Madonna, S. Francesco e figure di Angeli.
L'impianto della figura è di gusto rinascimentale, con la croce al centro e la Madonna che sorregge il Cristo deposto, subito sotto, come elementi assiali della scena.
Lo stato di conservazione del dipinto non é buono. Lo completa una cornice lignea discretamente scolpita con motivi di frutti, opera non meglio identificabile.
ANNAMARIA AVANZI, Cenni di storia ed arte della Chiesa dei Cappuccini in Barbarano di Salò.

Intervento di restauro effettuato

Inizialmente si è proceduto ad una fermatura del colore per evitare perdite durante le operazioni successive e contemporaneamente e stato rimosso lo sporco dalla superficie.
Particolarmente complesso e delicato é stato l'intervento di asportazione delle vernici alterate e delle sovrapposizioni di colore non originale risalenti ai vecchi restauri, richiedendo un'attenzione speciale nel differenziare da zona a zona l'entità dell'operazione.
In alcuni punti, il colore originale appariva particolarmente sgranato e ridotto dalla operazione di pulitura e dai trattamenti subiti nei restauri precedenti.
Successivamente sono stati rimossi i vecchi stucchi e la superficie é stata preparata all'intervento di velinatura a colletta. Sono state poi asportate le toppe e i collanti sul retro del dipinto. Si é poi proceduto alla foderatura con uso di colletta e patta di lino.
Il dipinto é stato svelinato e sono state riposte la colletta e le resine preparatorie. Sono state eseguite le stuccature delle lacune esistenti e la tela e stata ritensionata su un nuovo telaio ad estensori metallici opportunamente trattato con impregnanti.
Dopo una prima verniciatura della pellicola pittorica, si é proceduto all'intervento di ritocco mimetico con pigmenti legati a resine reversibili.
L'ultima fase del restauro ha compreso una verniciatura finale per nebulizzazione e le operazioni conclusive di protezione e finitura del dipinto.
Il dipinto e collocato sulla pala del primo altare a sinistra della Chiesa di Barbarano.
Clara Tonoli (restauratrice)
L'opera di restauro é stata eseguita dal Signor Vaschini P.za del Foro, 2 -Brescia-.
L'intervento e stato autorizzato dalla Soprintendenza per i beni artistici e storici di MANTOVA.
In data 4 marzo 1996 - Prot. n. 1606/p.Bs.

 

PRESENZA ED ATTIVITÀ DEI FRATI


ANIMAZIONE SPIRITUALE
  • ogni giorno si accolgono le CONFESSIONI dalle ore 8-11:45 e dalle 15-18:00
  • ogni giorno: S. Messa alle ore 17:00 (tutto l'anno) preceduta dalla recita del S. Rosario.
  • ogni sabato
    • S. Messa prefestiva alle ore 17:00
  • ogni domenica S. Messa ore 10:00 e 17:00

REALTÀ ECCLESIALI NEL CONVENTO

Chiostro
    Alcune realtà operanti presso il Convento dei Frati Cappuccini:

  1. - L'ORDINE FRANCESCANO SECOLARE
    che attinge da S. Francesco d'Assisi uno stile proprio per seguire il Signore
  2. - L'ASSOCIAZIONE SCOUTS
    che introduce nella celebrazione del Creato tanti nostri ragazzi in ricerca per dare un gusto alla vita.

 


SE VUOI CONTATTARCI
Convento Frati Cappuccini, Via Trento 9
25087 BARBARANO DI SALÒ - BS
Tel e Fax 0365-20447

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