Frati Minori Cappuccini
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Giovanni da Fano L'Arte de l'unione


Testo italiano a cura di
fra Costanzo Natali e Prof. Donno Cristina

PREFAZIONE

INTRODUZIONE GENERALE

1. Breve nota biografica di Giovanni da Fano

2. La sua Spiritualità

3. L'Arte de l'unione (FC 3819-3991)


PREFAZIONE

Il motivo, che mi ha portato ad iniziare questo lavoro di traduzione in linguaggio corrente, dell'opera L'Arte dell'Unione di Giovanni da Fano Capp., è stato il desiderio di aiutare alcuni confratelli e formandi a superare le difficoltà, che hanno incontrato nell'accostare questo testo spirituale, difficoltà dovute soprattutto alla non semplice lettura.

Infatti, quest'opera, contenuta nelle Fonti Cappuccine ai nn 3819-3980, nella stesura originale, è scritta nel linguaggio del 1500. Linguaggio che, se da una parte è capace di creare empatia col lettore, perché ricco di aggettivi e avverbi, e quindi di esporre i concetti con calore e varie sfumature, dall'altra, però, crea in lui un sentimento quasi di avversione per lo stile aulico e per alcune espressioni di non facile comprensione.

C'è da dire, poi, che, oltre al linguaggio, anche la spiritualità del 1500 (della "Devotio moderna"), di cui è intrisa quest'opera, ha fatto la sua parte. È una Spiritualità molto distante da quella odierna, anche se non si può negare che aiuti il cristiano a concentrarsi sul suo cammino spirituale o di conversione, per accogliere la Grazia dello Spirito, che lo accompagna, alla Comunione col suo Signore. La Spiritualità odierna, invece, è più aperta ad una Ecclesiologia di comunione, e più ecumenica, e aiuta a raggiungere la Comunione con Dio, assieme ai fratelli, cioè come Chiesa. Due tipi di Spiritualità, che vogliono raggiungere comunque lo stesso obiettivo con modalità diverse, ma complementari.

In questo lavoro di traduzione, ho chiesto l'aiuto di una consorella dell'OFS, la Prof. Cristina Donno, che ringrazio sentitamente. Un aiuto prezioso, il suo, in quanto ha familiarità sia col linguaggio del 1500, come insegnante di letteratura Italiana, sia con la Spiritualità Francescana, come Terziaria.

Abbiamo intrapreso questo lavoro consapevoli che, tradurre, è un po' tradire il testo nella sua originalità; ma, a nostro giudizio, era importante dare la possibilità a più persone di accostare questa opera e di rendersi conto che il commino spirituale proposto da Giovanni da Fano è, a tutt'oggi, valido, ma deve essere aggiornato secondo la sensibilità e la Spiritualità odierna. Per attuare questo aggiornamento, è comunque importante rifarsi all'originale.

Quindi, nella traduzione, ci siamo mossi senza grosse pretese, rimanendo, più aderenti possibile al testo. A volte abbiamo preferito mantenere alcune espressioni nel linguaggio cinquecentesco, perché più espressive e puntuali ed anche perché di non facile traduzione. I numeri tra parentesi quadrate sono gli stessi riportati nelle Fonti Cappuccine.

Abbiamo tradotto l'opera fino all'Esercizio spirituale delle tre vie immaginato in un palazzo, tralasciando le Devozioni riportate dopo.

Le varie introduzioni: Generale, della via Purgativa, della via Illuminativa e della via Unitiva, vogliono essere un aiuto per comprendere meglio il contenuto delle varie parti dell'opera.


INTRODUZIONE GENERALE

1. Breve nota biografica di Giovanni da Fano


Giovanni Pili da Fano nacque verso il 1469 quarto figlio di una famiglia importante della sua città. Si ignora tutto della sua giovinezza e dei suoi primi studi. Si fece Frate, tra gli Osservanti della Provincia della Marca d'Ancona, verso il 1485-86.

Dopo i suoi studi e la sua Ordinazione sacerdotale, nel 1492 diede inizio a una lunga carriera di predicatore. Fu eletto due volte Ministro Provinciale della stessa Provincia monastica (1518-1521; 1524-1527).

In quegli anni, Matteo da Bascio e Ludovico da Fossombrone diedero inizio a un movimento di riforma, che poi si configurerà nella fondazione dell'Ordine dei Cappuccini.

Giovanni da Fano, nella sua Provincia, lottò contro questa corrente riformatrice. Nello stesso tempo, appoggiava le "Case di Recollezione", per riformare lo spirito di contemplazione e lo spirito dell'osservanza della Regola. A proposito, scrisse il Dialogo della salute tra il frate stimolato et el frate rationabile circa la Rb dei Frati Minori, che pubblicò ad Ancona nel 1527 (FC n° 1904-1927).

Quest'opera era, da una parte, un'esposizione della Rb francescana e, dall'altra, uno scritto attraverso il quale cercava di frenare e impedire il passaggio degli Osservanti ai Cappuccini, nonostante Papa Clemente VII avesse approvato la riforma dei Cappuccini con la Bolla "Religionis zelus" il 3.6.1528.

Libero dalla responsabilità del provincialato, Giovanni da Fano continuò l'opera di predicatore, soprattutto contro l'eresia Luterana; a proposito, pubblicò la Opera utilissima vulgare contro le pernitiosissime heresie lutherane per li simplici [...], chiamata Incendio delle zizanie lutherane (Bologna, 1532; Roma, 1535; Anversa, 1589), volgarizzando le confutazioni di John Fisher (DS, t. 8, coll. 512-516), Ambrogio Catarino e Giovanni Eck (DS, t. 4, coll. 86-93).

Quando Papa Clemente VII approvò lo Statuto delle "Case di Recollezione", in seno all'Osservanza (1532), Giovanni da Fano fu nominato custode di queste, nella sua Provincia monastica.

Poco tempo dopo un'evoluzione interna accentuava l'atteggiamento di resistenza dei superiori nei confronti delle "Case di Recollezione". Questa resistenza portò Giovanni da Fano ed altri a rivedere il loro giudizio verso i Cappuccini: fu così che, nel 1534, si recò a Roma, chiedendo di essere accolto tra loro: e questo avvenne.

Inizialmente, Giovanni visse per qualche anno nell'eremo di Scandriglia, dove scrisse il suo libro spirituale, che è un capolavoro: Opera devotissima chiamata Arte de la unione, la quale insegna unire l'anima a Dio, utilissima non solo a li regulari, ma ancora a li seculari et divoti (Brescia 1536).

Ma ben presto fu chiamato ad incaricarsi dell'attività pastorale. Fu nominato commissario generale per i Cappuccini del nord Italia, poi definitore generale nel 1535 e nel 1538. Fondò le Provincie monastiche dei Cappuccini di Venezia e Milano, costruendo conventi a BS, MI, BG, VR, ecc. Fu poi Ministro Provinciale della Marca di Ancona nel 1537. Mentre predicava la Quaresima a Urbania, morì: era il 5.3.1539.

2. La sua Spiritualità


Per cogliere l'importanza che Giovanni da Fano ha per la Spiritualità Cappuccina, rimando al DS t. 5, coll. 1350-1351. Qui ci limitiamo a qualche notizia complementare.

1°. La seconda redazione del Dialogo della salute... del 1534/36 (FC Vol. I pp.491-493, e n° 499-681) è contemporaneamente: la prima giustificazione della ragion d'essere dei Cappuccini tra le famiglie francescane; e la prima esposizione delle Rb di Francesco, che sia stata scritta da un Cappuccino. Quindi, è una fonte storica importante, che ci informa sulle idee spirituali dei primi Cappuccini.

Questo chiarifica le motivazioni, che hanno determinato il passaggio di Giovanni da Fano dagli Osservanti ai Cappuccini: Egli passò ad essi perché in loro aveva trovato l'intenzione primitiva e perfetta di Francesco d'Assisi, contenuta nella Rb e nel Testamento, (Cf. IF t. 10, 1935, p. 492; t. 12, 1937, p. 211; ecc).

Giovanni da Fano fu il primo e il più importante teorizzatore della Riforma Cappuccina; ne ha esplicitato lo spirito, il fine, le fonti e le motivazioni con un equilibrio, che non ha eguale nella storia delle diverse Riforme francescane.

È sorprendente che, a parte il Brevis discursus super observantia paupertatis, che fu abbastanza largamente diffuso, si è dovuto attendere fino alla metà del XX secolo, perché il Dialogo [...] emendato fosse pubblicato e studiato [Per questo studio Cf. La réforme des frères mineur capucins dans l'ordre franciscain ... in Coll. Franc., t. 35, 1965, pp. 5-108].

La dottrina spirituale dell'Arte de la unione manifesta una profonda dipendenza dalle correnti riformiste italiane del tempo, in particolare, degli Osservanti.

L'autore si propone di offrire ai religiosi, ma anche ai laici, un metodo di orazione, per tendere alla preghiera d'Amore. Egli sviluppa questo metodo seguendo le tre vie tradizionali: purgativa, illuminativa e unitiva, secondo il De triplice via di S. Bonaventura.

Però il metodo dell'orazione, descritto nell'Arte, del Pili, è soprattutto affettivo (Cf. Aspirative in DS t.1, coll. 1017-1025; e Herp, t. 7, coll. 346-366). Attraverso l'esercizio di aspirazione, Giovanni da Fano, si propone di condurre l'anima, più velocemente e profondamente all'unione intima con Dio.

Altri autori spirituali, da cui trae spunto sono:

Garcia de Cisneros, con il suo Exercitatorio, che è un'antologia dei migliori testi spirituali del Medio Evo e della "Devotio moderna" (Cf. DS t. 2, coll. 915-917), di cui anche l'Arte dell'Unione è stata strumento di diffusione nell'Italia del XVI sec.

Enrico Herp, Speculum perfectionis (tradotto in italiano, VE, 1522, 1529; in latino e italiano, VE, 1523).

Bartolomeo Cordoni, Dyalogo dell'unione spirituale di Dio con l'anima.

Se questi sono gli autori spirituali, da cui dipende, c'è senz'altro da dire che le fonti, a cui si appoggia per il contenuto dell'Arte dell'Unione, sono soprattutto la Sacra Scrittura e i Padri della Chiesa.

Nell'Ordine dei Cappuccini, il Pili è stato il primo autore spirituale a proporre il commento alla Rb e al Testamento in prospettiva della povertà.

Nel medesimo tempo, è stato un volgarizzatore: egli è riuscito a porre la dottrina spirituale dei grandi mistici alla portata dei cristiani semplici. Nell'Arte insiste particolarmente sull'orazione affettiva e sull'ispirazione, sulla meditazione quotidiana, centrata sui misteri di Cristo e della Beata Vergine Maria, in particolare sulla Passione.

3. L'Arte de l'unione (FC 3819-3991)


Questa opera si presenta come un manuale del cammino di perfezione, come una spiegazione dello sviluppo ascetico-mistico della vita spirituale, in forma pratica e con linguaggio popolare.

È divisa in tre parti, secondo la via purgativa (in 16 capp.; FC 3821-3901), via illuminativa (in 2 capp.; FC 3092-3913), via unitiva (in 11 capp.; FC 3914-3966). Dopo questi 29 capp. segue una sintesi finale, intitolata Exercitio spirituale mirabile in le tre sopraditte vie, formato et imaginato in un palazzo, in cui i vari atti della via spirituale si avvicendano in un movimento ascensionale, che deve essere ripetuto quotidianamente. Alla fine di questo esercizio, si introduce un piccolo manuale di esercizi spirituali quotidiani.

L'intento di quest'opera è di condurre l'orante all'Unione con Dio, attraverso esercizi spirituali da ripetersi metodicamente (secondo la "Devotio moderna"). Infatti tutte e tre le vie sono corredate da esercizi spirituali, basati su tematiche da meditare giorno per giorno.

L'abilità di Giovanni da Fano consiste proprio nella capacità di armonizzare in modo eccellente e, nello stesso tempo, con una semplicità e un equilibrio straordinari, l'aspetto ascetico e mistico. Il primo, tipico della via Purgativa, il secondo, tipico della via Unitiva.

Con L'Arte dell'Unione il Pili si inserisce pienamente nella corrente spirituale della "Devotio moderna", ma, nello stesso tempo, la supera.

Si inserisce, riguardo al metodo: Infatti propone un esercizio spirituale per la via Purgativa e uno per la via Illuminativa. Sono esercizi metodici che devono tenere in considerazione il luogo, il tempo e le tematiche, per la meditazione di ogni giorno della settimana.

Invece, supera lo spirito della "Devotio moderna", se si mettono a confronto le categorie spirituali dell'Imitazione di Cristo, tipica della "Devotio", con la categoria dell'Incorporazione a Cristo, tipica dei Cappuccini, che le Costituzioni del 1536 hanno recepito e trasmesso a tutto l'Ordine.

Quando si parla della Imitazione di Cristo, questa categoria richiama all'aspetto etico delle virtù morali: si imita Cristo nell'acquisire le virtù e nel far nostri i Suoi atteggiamenti, cioè ci si rapporta a Lui come modello. Qui la trasformazione è morale. La condotta cambia, quando il modello esercita sul discepolo un'attrazione. Quindi l'origine e lo stimolo al progresso morale sta nell'influenza di persone concrete, dal destino esemplare, (Cf. NDS, 1005s)

L'Incorporazione, invece, richiama l'unione gratuita con Cristo, come «i tralci alla vite» (Cf. Gv 15,1-6). Essa fa riferimento al Mistero Pasquale, quando veniamo con-sepolti e con-risorti con Cristo a vita nuova. Questa unione non è semplicemente morale, ma soprannaturale, mistica.

Infatti, Giovanni da Fano, nel cap. VII della via Unitiva, spiega questa unione-Incorporazione, che avviene per amore: «Tra le proprietà dell'amore, una in particolare, unisce l'amante con l'amato, anzi trasforma l'uno nell'altro...» (FC 3935). Per spiegare ulteriormente questa trasformazione-incorporazione, porta alcuni esempi: «La vite e i tralci...»; «La goccia di acqua messa in un grande vaso pieno di vino...»; «Il ferro rovente...» (FC 3936). Anche il Pili, con S. Paolo, allora, può dire: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me». Con l'incorporazione si diventa «Alter Christus» e l'orazione mentale è lo strumento che la grazia ci offre per aprire il nostro cuore all'accoglienza di Cristo, in noi.

Interessante notare che, questo cammino verso l'Unione, coincide anche con l'esperienza diversificata di Dio. Diversificata, in base alle tre vie. Infatti nella via Purgativa si giunge all'esperienza di Dio Giusto Giudice, nella via Illuminativa all'esperienza di Dio Padre Buono, nella via Unitiva all'esperienza di Dio Sposo.

«Questa unione è di tanta eccellenza, squisitezza e letizia, che, se l'uomo la desiderasse e la conoscesse attentamente, non riuscirebbe a tener a freno lo spirito e il cuore, perché rapito in estasi (eccesso di mente).»
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