Arsenio da Trigolo, Alcune meditazioni in apparecchio alla S. Professione, Giorno 7°, Meditaz. 2a
    Il primo mezzo è la Santa Orazione: "Vegliate ed orate, dice Gesù Cristo, acciocché non entriate in tentazione". L'orazione è la fornace in cui s'infiamma l'anima del divin amore e restano abbruciate tutte le dilettazioni del senso.
    Come il ladro appena che sente voci fugge, e tutti accorrono e danno aiuto, così il grido dell'orazione fuga il demonio ed eccita i santi e gli angeli del Paradiso al nostro soccorso. Specialissimo, singolarissimo ed efficacissimo rimedio è il pensare alla Passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo, come dice S. Agostino: "in nessuna cosa ho trovato così efficace rimedio, come nel ritirarmi nelle piaghe di Gesù Cristo; ivi dormo sicuramente, ivi torno a ravvivarmi". Ed invero a pensare che il mio Dio sta inchiodato in croce per me, come potrò darmi a' diletti e passatempi?!
    Un altro mezzo per conservare la Castità, ed anche rimedio contro le tentazioni disoneste, è la mortificazione.
    Il Nostro Santo Padre diceva d'aver veduto per esperienza che i demoni si spaventano e fuggono alla vista dell'asprezza e del rigore e della penitenza, e che assalivano e tentavano gagliardamente [13r.] quelli che si trattavano con morbidezza. Se vuoi che la tua carne non ricalcitri, tienila ben soggetta e domata. "Che cosa faresti tu, fratel mio, con un cane che ti si avvicinasse per morderti?", domandò Fra Egidio ad un Religioso combattuto di simili tentazioni. "Io, rispose il Religioso, piglierei un sasso o un bastone e gli darei fino a tanto che se ne fuggisse via". "Allora, ripigliò il santo, fa' così colla tua carne che ti vuol mordere, e fuggirà via codesta tentazione". Oh, quanto si riderebbe il demonio di che, molestato dalla carne, continuasse a nutrirla bene e poi si lamentasse delle sue tentazioni. Come chi si lamenta dell'incendio e continua a porvi legna!
    La castità è un frutto che nasce solo tra le spine: non sarà mai casto il Religioso che cerca contentare in tutto il suo corpo. L'astinenza, specialmente di que' cibi che fomentano gli spiriti impuri, serve molto alla Castità, quali sono specialmente le carni e i vini generosi, e di questi conviene astenersi. Questo è mezzo più proprio e proporzionato, che non è l'andar scalzo, il patir freddo, portar cilici, il flagellarsi, come dice il P. Gaetano da Bergamo. Poco ti gioverà esercitarti in queste afflittive esterne mortificazioni, se vorrai nutrir bene il tuo corpaccio. Quando il fuoco è già acceso dentro la casa, poco importa il gettar acqua al di fuori, sulle muraglie.
    [13v.] Comincia dunque a mortificarlo nella gola e delicatezze che lo mantengono in vigore, e poi battilo pure che lo troverai docile e mansueto. Ma ciò non basta ancora; non sarai mai casto, se non sarai mortificato ne' tuoi sentimenti esterni, ed in modo speciale negli occhi. Il re Davide, sebbene santo ed esercitato in ogni virtù e mortificazione, e sollevato alla contemplazione dei misteri divini, perché non fu circospetto nel guardare, cadde. E quanti altri per non esser cauti nel guardare? Il S. Giobbe fece patto cogli occhi suoi di [non] ammettere pensieri di donna, perché è per gli occhi che entrano i pensieri nella mente e gli affetti nel cuore e, custoditi gli occhi, restan custoditi e la mente e il cuore. Così se vuoi la mente e il cuore casto, bisogna avere gli occhi casti, non guardare ciò che non ti è lecito desiderare. Quanto perciò convien abituare gli occhi a non guardare anche cose lecite, per averli obbedienti nelle illecite. Altrimenti quante ferite profonde alla Castità! Diceva Seneca che l'esser cieco molto giova per esser innocente, quindi un filosofo gentile per liberarsi dall'impudicizia, si tolse volontariamente gli occhi e restò cieco. Questo a noi non è lecito, ma se vogliam esser casti, dobbiamo esser ciechi per virtù. Perciò i Santi ebbero in ciò gran cura. S. Bernardo era stato già un anno in Noviziato e non sapea [14r] come era fatto il soffitto della sua cella, tanto era mortificato. S. Pietro d'Alcantara li teneva sì bassi che neppure conosceva i suoi frati con i quali conversava. Molto più poi furono cautelati in guardar persone di sesso diverso. S. Luigi Gonzaga non si arrischiava in mirare in volto sua madre, eppure era un angelo, ma era appunto tale per questo.
    Un terzo mezzo più comune e forse il più efficace è la divozione alla Madonna. Questa è di grandissimo aiuto in ogni cosa, ma specialmente nel conservare la castità, perché d'essa piace tanto alla Vergine SS. In Lei riporre ogni speranza, a Lei raccomandarci, Lei invocare, onorare, riverire, e tu che sei Cappuccino la devi onorare specialm. sotto il titolo dell'Immacolata Concezione, essendo Patrona dell'ordine. Raccomandati spesso a Lei. Quanti travagliati in questa virtù ricorsero a Lei e ne furono liberati!
    Un ultimo mezzo è la fuga delle occasioni. Questo mezzo ce lo propone anche il Nostro Santo Padre nella Santa Regola, e ci ha assolutamente obbligati con tre precetti (Reg. c .II). Aborrisci il conversare con donne e il sortire con troppa facilità dal Convento. Quel guadagno che fa il fuoco avvicinato alla paglia, lo fa il demonio col Religioso che facilmente conversa con donne. Custodisci molto l'umiltà, custode della purità. Diffida di te, confida in Dio e nell'aiuto di Maria SS.
 
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