Arsenio da Trigolo, Alcune meditazioni in apparecchio alla S. Professione, Giorno 2°, Meditaz. 2a
  •     Melior est oboedientia quam victimae; et auscultare magis quam offerre adipem arietum [1 Re 15,22]. Miglior cosa è l'obbedienza che il sacrificio, e meglio è ascoltare la parola di Dio che lo scannare pingui arieti. - Saulle avea da Dio ricevuto il comando che, rimasto vincitore degli Amaleciti, tutto distruggesse: uomini e donne e bestiame. Ora avendo egli riservato il meglio, specialmente del bestiame per farne un sacrificio a Dio, il Signore gli mandò il Profeta Samuele che da parte di Dio gli disse: "Numquid vult Dominus holocausta et victimas, et non potius, ut oboediatur voci Domini? [1 Re 15,22]. E che vuol forse Iddio olocausti e sacrifici, o non piuttosto che si obbedisca ai suoi comandi? Così è: sono grati al Signore gli olocausti e sacrifici, ma più gli è grata la S. obbedienza; questa sopra ogni altra cosa gli è cara.

  •     Bisogna che sia ben grata a Dio, se con tanti castighi la punì nel violatore di essa. Perché tanti mali nel mondo, malattie, avversità, guerre etc. etc., affezioni disordinate, concupiscenza al male etc., perché la morte stessa. Non era l'uomo creato felice? etc. Sì, ma disubbidì al precetto divino, ed eccolo gettato nel profondo d'ogni miseria con tutto l'uman genere da lui discendente.
        Una delle ragioni per [cui] Dio si fece uomo, dice S. Agost. fu per insegnarci ed inculcarci la virtù dell'obbedienza: Christus factus est pro nobis oboediens usque ad mortem. Quel pro nobis significa: e per darci esempio [8r.] singolarissimo di obbedienza, e per liberarci dalla schiavitù del peccato. Avea l'uomo disobbedito e per questo si era tirato addosso la morte, e così il Figliuol di Dio venne ad obbedire fino alla morte.
        Oh! virtù dell'obbedienza quanto sei cara a Dio, e quanto care saranno a Lui quelle anime che la praticano esattamente: qual premio e corona darà loro Iddio in Paradiso. - Perché Gesù Cristo fu dal divin Padre esaltato e gli fu dato un nome che è maggiore d'ogni altro nome? perché a Lui si rese obbediente fino alla morte. Christus factus est oboediens usque ad mortem… propter quod et Deus exaltavit illum et donavit illi nomen quod est super omne nomen [Fil 2,8-9]. - Così con quale occhio di tenera compassione non ti mirerà il tuo Dio se sarai obbediente! Vos amici mei estis, disse Gesù Cristo ai discepoli, si feceritis quae ego praecipio vobis [Gv 15,14].
        L'obbediente è sempre sicuro di fare il voler di Dio, sempre sarà suo amico. Nulla importa che tu faccia questa o quell'altra azione anche irragionevole (quando non sia peccato), la virtù dell'obbedienza la nobilita e la ricolma di meriti per la vita eterna. Chi è seguace di questa virtù è grande al cospetto di Dio. - Chi costituisce il religioso è il voto di obbedienza. Oltre che il voto dell'obbedienza è il primario e principale per l'eccellenza dell'olocausto, contiene ancora gli altri due voti, e più unisce i religiosi al fine della religione. È principale ed eccellente per l'olocausto che è la propria volontà, mentre [8v.] per la povertà si offrono le ricchezze, la roba, e per la castità il corpo, mentre colla volontà si offre tutto se stesso e proprio giudizio. Lo dice S. Girolamo che lasciar l'oro e ricchezza è proprio de' principianti, ma l'offrire se stesso a Dio con l'obbedienza, è da apostoli.- E che questo voto sia a Dio più caro lo dimostrò quando disse: "In verità vi dico che voi altri che mi avete seguitato sederete in dodici sedie". Gli apostoli gli avevano chiesto il premio non solo per averlo seguitato, ma per aver lasciato ogni cosa. Eppure egli rispose soltanto: "Voi altri che mi avete seguito", facendo conoscer loro quanto sia maggior virtù l'obbedienza d'ogni altra. - Il voto dell'obb. è quello che costituisce l'uomo religioso, anzi dice S. Bonaventura che tutta la perfezione del religioso sta nel lasciare tutta la sua volontà e seguir l'obbedienza, e che i voti di povertà e castità non sono che di giovamento a meglio soddisfare il voto dell'obbedienza. - Vuoi in breve esser perfetto? Procura d'esser molto obbediente. Oh! felice e abbondante grazia dell'obbedienza, esclama S. Girolamo, nella quale sta racchiusa la somma di tutte le altre virtù, perché col solo tenersi su un passo semplice di andar facendo tutto quello che ordina l'obbedienza, in breve tempo un uomo (e molto più un religioso) si troverà perfetto e ricco di ogni virtù. S. Doroteo racconta del suo discepolo S. Dositeo che essendo molto gracile e debole di complessione e non potendo stare alla comunità, né levarsi a mattutino cogli altri, [9r.] si decise di tutto consacrarsi all'obbedienza, servendo con grandissima diligenza e prontezza nella foresteria e infermeria e altri uffici d'umiltà. Avvenne che in capo a cinque anni morì, e Iddio rivelò all'abate del monastero che Dositeo avea conseguito il premio di Paolo e di Antonio. Or lamentandosi gli altri monaci dicevano a Dio: "O Signore, dov'è la tua giustizia? Costui non ha mai digiunato, che sempre visse nella comodità ed agiatezza, è da voi trattato al pari degli altri?". E Dio rispose loro che non conoscevano il merito dell'obbedienza. - Or entrando in te stesso, considera quale stima devi fare di questa virtù. Conoscendo bene questa gemma, ne faresti maggior cura e saresti per essa più diligente. - Religioso vuol dire uomo che ha legato la propria volontà a quella di Dio, o meglio, a quella de' Superiori. Hai sempre agito così? Pentimento e domanda di grazia di poter legarsi meglio per l'avvenire e tenerci sempre a Dio attaccati.
     
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